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    Inter, non c'è più la certezza di essere la migliore

    Inter, non c'è più la certezza di essere la migliore

    • Alberto Cerruti
    Il titolo d’inverno può attendere, perché il Genoa ferma l’Inter con lo stesso 1-1 con cui aveva rallentato la corsa della Juventus due partite fa. Giusto così, perché prima di sottolineare i limiti della squadra di Inzaghi bisogna elogiare quella di Gilardino, che ha avuto il merito di non arrendersi dopo essere andata in svantaggio e poi quello di continuare a cercare il successo anche nella ripresa. Cinque punti di vantaggio sulla Juventus, in attesa di sapere se si ridurranno a quattro, a due, oppure se rimarranno tali dopo la partita dei bianconeri contro la Roma, garantiranno comunque all’Inter di brindare al nuovo anno dall’alto del primo posto. Al di là di qualsiasi calcolo, l’ultima gara del 2023 dei nerazzurri dimostra però che il campionato rimarrà in ogni caso aperto. In generale perché, anche se il gol dell’1-0 è stato firmato dal suo sostituto Arnautovic, l’Inter non può fare a meno del capocannoniere Lautaro, e in particolare perché la capolista con la migliore difesa ha concesso troppe occasioni da gol agli avversari. Ecco perché non può essere un caso che questo sia il secondo pareggio in trasferta, a cavallo di sette vittorie, dopo il precedente 1-1 sul campo della Juventus. Un piccolo campanello d’allarme, quindi, perché non basta essere stati più forti fin qui per avere la certezza di continuare a esserlo sino alla fine.

    EQUILIBRIO INIZIALE - Se l’Inter è senza l’infortunato Lautaro, il Genoa è senza l’altro argentino Retegui che Gilardino lascia inizialmente in panchina, preferendogli Ekuban come compagno d’attacco del titolarissimo Gudmundsson. In compenso ci sono tutti gli altri, con l’unica eccezione di Dimarco, e il gioco non ne risente perché le due squadre si affrontano a viso aperto, rinunciando a qualsiasi calcolo. E così il primo tempo è ricco di occasioni sul filo di un grande equilibrio e finisce giustamente con un gol per parte, che smonta l’illusione dell’Inter di andare al riposo in vantaggio.

    SI SBLOCCA ARNAUTOVIC - Grazie alla spinta del capitano Barella, il più intraprendente in mezzo al campo, i nerazzurri si avvicinano più spesso alla porta di Martinez ma le conclusioni di Thuram e Calhanoglu non spaventano Martinez, mentre Sommer tira un sospiro di sollievo quando vede sfilare un pallone a un centimetro dal palo alla sua destra. Ripresa dopo 7’ di sospensione, per mancanza di visibilità causa fumogeni lanciati dalle tribune, la partita entra nel vivo quando lo scatenato Barella colpisce il palo e Arnautovic è il più svelto di tutti a ribattere in rete il pallone da due passi, firmando così il suo primo gol in campionato. 

    RISPONDE DRAGUSIN - La migliore Inter, che non aveva più subito gol nelle ultime quattro partite vinte dopo l’1-1 sul campo della Juventus, vivrebbe di rendita sul vantaggio. Stavolta, invece, basta un calcio d’angolo per sorprendere il trio Bisseck-Acerbi-Bastoni, perché Dragusin salta indisturbato di testa e batte Sommer, non esente da colpe perché schiaffeggia goffamente il pallone invece di bloccarlo o almeno respingerlo. Un duro colpo per i nerazzurri, anche perché ormai mancava poco all’intervallo. Tutto da rifare quindi, con l’intero secondo tempo a disposizione. 

    THURAM SMARRITO - Come nel primo, però, il Genoa ha il merito di non arrendersi alla superiorità tecnica della capolista che cerca invano di riportarsi in vantaggio. Paradossalmente Arnautovic si rende più pericoloso di Thuram che sembra patire l’assenza del suo abituale compagno Lautaro, ma il vero problema è lo spazio che l’Inter concede al Genoa, pronto a ripartire in velocità con i due esterni Sabelli e Martin che costringono i rispettivi dirimpettai Carlos Augusto e Darmian ad affannosi recuperi. E così, visto che le occasioni per segnare ancora ci sono, Gilardino rilancia Retegui e Malinovskyi al posto di Ekuban e Strootman, anticipando i cambi di Inzaghi che poco dopo infatti inserisce Sanchez richiamando Arnautovic. E’ soltanto l’inizio, perché poi escono Darmian e Barella, appena ammonito, rilevati da Dumfries e Frattesi. 
    Le mosse dovrebbero servire per dare l’ultima spinta in cerca del successo, soltanto accarezzato nel primo tempo. Come non detto, però, perché Gudmundsson spaventa i nerazzurri con le sue accelerazioni costringendo Calhanoglu a spendere un’ammonizione per fermarlo. Immediata la sua sostituzione con Klaassen, mentre Pavard dà il cambio a Bisseck. Ma si tratta di semplici dettagli, perché non bastano gli ultimi 6’ per recuperare la vittoria e il titolo d’inverno. E così mai come adesso tutta l’Inter torna a fare il tifo per Mourinho e la sua Roma.

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