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    Inter, Georgatos: 'Vieri mi portava nei privée per combattere la tristezza'

    Inter, Georgatos: 'Vieri mi portava nei privée per combattere la tristezza'

    Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'ex esterno nerazzurro, Georgatos, parla dei trascorsi a Milano e spiega quellaa sua malinconia che ai tempi lo spinse a lasciare il nerazzurro.

    «Avrei dovuto avere allora la testa di oggi: non me ne sarei andato dall’Inter così presto».

    Ricorda chi ci restò più male?
    «Bobo Vieri. Mi diceva: “Non ti stancare mai di crossare, poi ci penso io”. Quando ero triste mi portava all’Hollywood con lui, mi faceva entrare nel privée: forte, Bobo».

    Disse anche di aver conosciuto pochi che facevano piovere cross come lei. E da allora è piovuto molto meno, dalla fascia sinistra.
    «Ma ora Spalletti è molto soddisfatto di Nagatomo, no?».

    Ah, dunque segue ancora l’Inter...
    «Seguo il calcio, come potrei non seguire l’Inter. Ogni tanto metto ancora quella maglia, con gli Inter forever. A giugno abbiamo giocato a Creta, c’erano Toldo, Materazzi, Chivu, Kallon, Suazo...».

    Diceva, di Spalletti?
    «Grande esperto della Serie A, e questo conta. Un allenatore che dà un’idea di calcio precisa alle sue squadre: guardi l’Inter e dici “Ognuno sa cosa deve fare”. Poi i risultati aiutano: ti danno sicurezza e avvicinano la tua gente».

    A proposito: più di settantamila a San Siro per Inter-Torino di domenica.
    «Che bei ricordi il Torino, e anche San Siro: quando mi scrissero quello striscione “Grigoris, Milano ti ama” non ci volevo credere, ogni tanto riguardo ancora le foto. Stavo davvero bene solo quando mi allenavo alla Pinetina e quando giocavo, meglio se a San Siro. Ha visto che bolgia era il Karaiskakis per Olympiakos-Barcellona? Ecco, San Siro sa essere così, ma con il doppio degli spettatori».

    E il Toro cosa le ricorda?
    «Il mio primo vero assist per Vieri, quello con il Verona non vale perché il gol lo inventò lui. Fu su punizione: vincemmo 1-0, mi pare. Da quel giorno, se la posizione era giusta per il mio sinistro, lasciarono calciare anche me. E non mancava chi potesse tirarle: Baggio, Seedorf, Recoba, Ronaldo...».

    E quando la scambiarono per Ronaldo se lo ricorda?
    «Amichevole a Zurigo con il Grasshopper: segno dopo aver dribblato tre avversari e lo speaker, confondendo le pelate, urla “Gol di Ronaldoooo”. E lui, dopo la partita: “Quel gol era talmente bello che hanno pensato l’avessi fatto io”. Quell’anno, quando Ronnie si fece male, cambiò tutto. Peccato: ci sentivamo forti, forti da vincere lo scudetto».

    Anche questa Inter è forte da vincere lo scudetto?
    «Per me se lo gioca con il Napoli e la Juve: rispetto a loro ha il vantaggio di potersi concentrare su una sola partita alla settimana e la concentrazione, dunque la continuità, è sempre stata uno dei grandi problemi dell’Inter».

    L’ultima, Grigoris: meglio Vieri o Icardi?
    «Attaccanti diversi, anzi molto diversi. Però identici in una cosa: il gol sempre in testa. E io mi divertivo a metterli a Bobo sulla testa».


     

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