Quando l'Inter decise di mettere fine all'era Mancini e di puntare su un nuovo allenatore, non ebbe alcun dubbio: Massimo Moratti scelse José Mourinho, senza se e senza ma, senza pensare ad altri nomi e senza contattare altri allenatori. E nei grandissimi risultati raggiunti dal club nerazzurro con lo Special One, quella scelta così decisa, condivisa e consapevole ebbe sicuramente un peso importante. Mourinho, anche nei (rari) momenti di difficoltà incontrati a Milano (come l'eliminazione nella Champions 2009-10 con il Manchester United o il pesante 2-0 subito dal Barcellona nella fase a gironi della Champions poi vinta), ebbe sempre l'appoggio incondizionato della società, da Moratti all'ultimo magazziniere. Un appoggio che Mou fu poi abile a consolidare, con lo stesso strumento con il quale forticava lo spogliatoio: mettere, dialetticamente, l'Inter contro tutto il mondo.
La stessa cosa, come sappiamo, non è accaduta con Rafael Benitez. Il tecnico spagnolo, lo scorso anno, non fu la prima scelta dell'Inter, che, prima di affidarsi all'ex Liverpool, pensò a Fabio Capello e Guus Hiddink. Moratti non si innamorò mai di un allenatore che non aveva scelto di persona e con il quale non si attivò mai quel feeling che aveva reso così speciale il rapporto con Mourinho. Le conseguenze sono note: la società non assecondò la volontà di Benitez sul mercato e il tecnico si trovò ben presto ad essere solo anche all'interno dello spogliatoio, dove gli 'ammutinati' si manifestavano con gesti plateali (Maicon, Chivu, Muntari).
Il rischio che il 'caso Benitez' si ripeta con Gian Piero Gasperini è grande. Gasp è stato scelto dopo aver consultato Bielsa, Mihajlovic, Villas Boas, Hiddink, Spalletti e Capello. Anche lui, quindi, arriva a Milan non da prima scelta: scelto ma non 'prescelto'. Un grosso rischio per un tecnico che per la prima volta si trova sulla panchina di una grande squadra e dietro al quale già sembra allungarsi l'ombra di Guardiola, libero dal Barcellona nel 2012 (anche se il fatto di aver fatto firmare al tecnico di Grugliasco un contratto biennale, e non annuale come si pensava in un primo tempo, in questo senso è rassicurante).
Bene, per mettersi al riparo da questo rischio, l'Inter non ha che una soluzione: fare quadrato intorno al suo nuovo allenatore. Da Moratti alla squadra, dalla dirigenza allo staff medico, tutti dovranno saper difendere Gasperini in ogni occasione. Perché il rischio di un nuovo 'caso Benitez' è dietro l'angolo.