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Inter, Frattesi: 'A San Siro col sangue agli occhi, che bello darsele con Theo Hernandez'
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INZAGHI - "E' stato bravo a non 'perdere' nessuno: anche quando giocavano sempre gli stessi, veniva a parlarci, a motivarci. Ti fa sentire importante, è questo che conta. E' paziente, sa aspettare i giocatori e poi raccoglie il talento da ognuno. Sa come gestirci: anche quando hai una giornata storta, non te la fa pesare, e ti dice la parola giusta".
PANCHINA - "Non pensavo mica di essere titolare subito, sarebbe stato stupido anche solo pensarlo e poi il 100% dei centrocampisti di A qui non giocherebbe mai titolare. La panchina la vivo come una cosa normale, un'occasione di crescita, anche perché farlo in maniera diversa sarebbe controproducente. Non mi sono mai pentito di aver scelto l'Inter. A San Siro non puoi non entrare col sangue agli occhi. Con l'energia che ti dà lo stadio, potrei rompere i muri a capocciate. Ora a Madrid ci aspetta un bell'ambientino... Bisogna tenere duro, soprattutto all'inizio. Poi, col passare del tempo, dovranno aprirsi e noi sappiamo fare male in ripartenza".
CENTROCAMPO TOP - "Avere davanti Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan è uno stimolo. Io mi sento un centrocampista moderno, intenso, ma devo fare il mio percorso: se voglio puntare a essere un titolare in futuro, bisogna migliorare in costruzione. Il modello è Barella: era un incursore, una mezzala offensiva, ma col lavoro è migliorato tantissimo nella gestione della palla. Ecco, io devo fare lo stesso".
IL SEGRETO - "Il livello è altissimo, eppure nessuno fa il fenomeno. In questo gruppo tutti hanno un ruolo: prendete l'importanza dietro le quinte di Arnautovic, che ora deve pagare... Prima dell'Atletico io, lui, Asllani e Carlos Augusto abbiamo deciso che, ad ogni gol, chi segna fa un regalo agli altri tre. Stiamo aspettando Arna, ma col gol a Lecce toccherà pure a me... Mi trovo bene con tutti, ma ho fatto gruppo soprattutto con Asllani e Carlos Augusto".
LA SORPRESA - "In ritiro Thuram non sembrava così forte tecnicamente, ma poi è iniziato il campionato e si è trasformato. È diventato impressionante nella tecnica: uno-due, passaggi al millimetro. Io e lui abbiamo paura di volare, in aereo ci facciamo coraggio a vicenda".
SECONDA STELLA - "Ancora è lunga... Ma se succede, porto sul pullman mia nonna Stefania che ha 77 anni: ballava in discoteca con noi in Sardegna, che personaggio. Farebbe divertire tutti e potrebbe evitare che mi lanci di sotto per la gioia".
IL RIVALE - "Mi piacciono le battaglie fisiche con Theo Hernandez: è veloce, tosto, molto forte. È bello 'darsele' con uno così e per fortuna le ultime volte ha sempre vinto la mia squadra...".
SCAMACCA - "D'estate gli dicevo che qua c'era l'ambiente giusto, ma non ho mai fatto domande insistenti. Ora siamo rivali, ma è il mio migliore amico nel calcio. Siamo diversi, io estroverso e lui sulle sue. Anche se abitavamo vicini, lui sembra uno di Roma Nord, mentre io sono decisamente di Roma Sud".
SPALLETTI - "Seguiremo le sue regole, sono per il nostro bene. Con lui è stato subito feeling: ti spiega tutto quello che devi fare, c'è sempre una giocata memorizzata che ti salva. È perfetto per allenare la Nazionale. Per come è maniacale sul campo, si può riprodurre ciò che ha fatto al Napoli. E rivivere anche la stessa magia del gruppo 2021: già si sono visti sprazzi di gioco interessante".