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    Fassone: 'Ero juventino, ora interista'

    Fassone: 'Ero juventino, ora interista'

    L'ex amministratore generale dell'Inter, Marco Fassone, ha parlato ai microfoni di SportItalia affrontando diversi argomenti. Dal rinnovo di Walter Mazzarri ad alcune strategie di mercato. Queste le sue parole:

    QUESTIONE STADIO - “Non credo di essere stato scelto dall'Inter per questo motivo, anche perché non credo che Moratti fosse un fautore dello stadio di proprietà. Anche lui ha sempre puntato di più sulla ristrutturazione del Meazza". 

    GUARIN E L'AFFARE SFUMATO - “A tal proposito posso solo dire che non c'era il reale interesse dell'Inter di andare fino in fondo. Ci fosse stato, la trattativa si sarebbe conclusa diversamente".

    IL RINNOVO DI MAZZARRI - “Quando abbiamo deciso di estendere il contratto di Mazzarri eravamo tutti d'accordo. Il tecnico ha espresso da subito a Moratti il desiderio di non rimanere all'Inter in scadenza. Lo ha detto fin dal primo giorno che avrebbe desiderato un paracadute e la società ha voluto dargli fiducia". 

    MANCINI - “Non credo che Mancini c'entri nulla col mio addio, anzi, il nostro era un rapporto bellissimo, basato sul rispetto reciproco dei ruoli altrui. L'ho visto molto dispiaciuto quando ha appreso del mio allontanamento". 

    KONDOGBIA - “Mancini è stato determinante per la sua scelta visto che potevamo mettere sul piatto meno di altri club. Il fatto che abbia potuto parlare con il giocatore per spiegare il suo progetto è risultato determinante”.

    AUSILIO - “Si arriva solitamente ad una decisione congiunta con il tecnico. Ci sono giocatori che hanno un filo diretto con il tecnico, tipo Yaya Tourè, che non è stato mai vicinissimo anche se il giocatore sembra convinto ma i parametri economici erano troppo lontani. Montoya ha seguito quella filiera, ogni tanto spunta un club che propone un giocatore con una situazione economica brillante, come nel suo caso, e si pensava che potesse essere utile alla causa e non escludo che non lo sia”.

    MORATTI E MANCINI - “Adesso Moratti si vede molto meno ad Appiano Gentile, ma devo dire che è presente all'interno della società perché decide le linee guida insieme a Thohir. Non dimentichiamo che il 30% è ancora suo".

    PRESTITI - “Quando una società ha dei vincoli di natura finanziaria o non fai mercato oppure ti devi industriare e prendere giocatori che sai che resteranno e alla fine, come per Perisic, dovrai trattare con la società. Chi ci ha detto no? De Laurentiis, non dico il nome del giocatore. Per Allan? ci sono state chiacchierate ma mai una trattativa”.


    NAPOLI - “Il Napoli è diventata una società stabilmente nel gruppo delle prime 4. Non ci fu un divorzio con me, ebbi un’offerta da Moratti e la comunicai al presidente De Laurentiis, il mio giudizio su di lui è molto positivo. Con Agnelli lavorai poco e il mio giudizio è molto superficiale ma parlano i risultati per lui​". 

    JUVE - "Io juventino? In questo momento tifo Inter. Nella mia storia si sono accavallate tante cose, facendo l’arbitro perdi quelle velleità da tifoso, sono passato da Torino alla Juventus, al Napoli all’Inter. Da bambino? Tifavo per la Juventus. Quella della maglia 'zeru tituli' non la rifarei, è stata una ingenuità. Quando vai in club del genere ti mettono in mano cose che difficilmente puoi non esporre. Feci un errore e chiesi scusa, con l’età si impara a non commettere certe leggerezze". 


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