AFP via Getty Images
Inter, è miope parlare solo dell'arbitro. Ci sono anche gli errori di Inzaghi
Col gol di Acerbi, l’Inter avrebbe chiuso la partita e avrebbe oggi 2 punti in più in classifica. Come la Juventus a settembre con la Salernitana, per esempio. O il Milan lo scorso anno con lo Spezia. E si potrebbe continuare all’infinito. È giusto e comprensibile che l’Inter si scagli contro l’errore dell’arbitro, ma è miope non capire che c’è anche dell’altro dietro questo pareggio, che zavorra la rincorsa scudetto e che in negativo rischia di valere tanto quanto sembrava valesse in positivo il successo sul Napoli. È giusto e doveroso dire che il Monza ha meritato il punto strappato sul campo, che non vale il pullman promesso da Berlusconi, ma certamente regala tanti complimenti a Palladino, tecnico giovane e con poca esperienza, ma con tante idee e tutte interessanti.
In 3 giorni, e forse il punto è proprio questo, ovvero il poco tempo intercorso fra una partita e l’altra, Inzaghi ha schierato due squadre quasi identiche negli uomini (Martinez per Lukaku l’unico cambio) ma completamente differenti nello spirito e nell’atteggiamento, nella corsa e nell’applicazione. Meno sacrificio, meno attenzione, meno pericolosità. I due gol dell’Inter sono venuti su due autentici regali individuali dei difensori del Monza (prima Carlos Augusto, poi Pablo Marì) e non hanno generato quella svolta tattica che invece l’essere due volte in vantaggio avrebbe dovuto avere.
Stavolta Lukaku ha dato ragione a chi lo vede ancora imbolsito e appesantito, il cambio con Dzeko è valso un passo indietro nella cifra tecnica della serata nerazzurra, ma è onesto sottolineare che pur attaccando alla ricerca del pareggio, il Monza è stato molto bravo a non scoprirsi mai, evitando così di favorire il gioco preferito da Big Rom. Spalletti e il Napoli non c’erano riusciti.
@GianniVisnadi