Inter, è il modo in cui Conte ha sbattuto la porta a enfatizzare i meriti di Inzaghi
Prendendo spunto dall’autorevole commento di Mario Sconcerti, cogliamo l’occasione per battere un’altra volta le mani a Simone Inzaghi per quella che è stata la stagione dell’Inter. Anche se domenica non ci fossero sorprese e l’Inter finisse seconda, come a questo punto suggerisce la classifica e vuole la logica.
È idea di Sconcerti, che con Conte in panchina, l’Inter avrebbe già vinto il campionato. Un’idea che peraltro sembra raccogliere sempre maggiori consensi anche tra i tifosi dell’Inter, come se avessero cominciato ad apprezzare se non a rimpiangere l’ex allenatore, solo nel giorno dell’addio, un anno fa. L’originalità del pensiero di Sconcerti, rispetto a quanti più banalmente pensano che con Conte in panchina l’Inter non avrebbe perso a Bologna, sta nei punti che Inzaghi ha ceduto nei primi 2 mesi di stagione, quelli che gli sono serviti per conoscere l’Inter e da lei farsi conoscere, e che alla fine presumibilmente scaveranno la differenza col Milan.
La nostra idea è differente ed è proprio il comportamento di Conte nel momento del trionfo che enfatizza i meriti di Inzaghi. Il tecnico salentino, a scudetto appena vinto, fece saltare il tavolo di Zhang e Marotta (già faticosamente tenuto insieme l’estate precedente) perché non concorde con le necessità del club, che anziché una campagna di rafforzamento gli prospettava le imminenti cessioni di alcuni giocatori chiave. L’assurdo è che per liberarsi da un accordo liberamente sottoscritto e che lui decideva di rompere, Conte fu lautamente pagato.
Se lui stesso, lui Conte, non credeva che l’Inter potesse rivincere, perché mai ora dovrebbe essere colpa di Inzaghi se l’Inter non vincerà? Nel frattempo, l’Inter ha portato a casa 2 Coppe (Conte zero in 2 anni) e conquistato gli ottavi di Champions, cosa mai riuscita a Conte, neppure in un girone sostanzialmente fotocopia di quello di quest’anno.
L’Inter di Conte non ha mai giocato bene, nel senso classico del termine, estetico. Quella di Inzaghi sì, spesso. Ci si può interrogare su dove Inzaghi abbia perso i 7 punti che l’Inter ha oggi rispetto a un anno fa e forse è giusta la tesi di Sconcerti, ma non si può non notare come l’anno scorso l’Inter abbia vinto un campionato senza reali concorrenti al titolo, con la Juventus mai in corsa e il Milan troppo acerbo dopo una buona prima parte di stagione. Tutti gli altri dispersi, compreso il Napoli che invece quest’anno fino alla 31esima giornata sembrava la vera favorita per il titolo.
È comune pensiero che il Milan resti più debole dell’Inter, e può anche essere, ma certamente il Milan di oggi – con questi Leao, Tonali e Kalulu, con Giroud che non c’era – è molto più forte e più pronto di un anno fa e infatti è vicinissimo al traguardo. E lapalissiano che invece l’Inter sia più debole (non solo perché l’ha detto Conte), molto più debole di un anno fa. E allora quale sarebbe la “colpa” di Inzaghi?