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    Inter, dubbi sulla priorità a Martinez: Acerbi e Arnautovic preoccupano, poi c'è il nodo Carboni

    Inter, dubbi sulla priorità a Martinez: Acerbi e Arnautovic preoccupano, poi c'è il nodo Carboni

    • Pasquale Guarro
    L'Inter parte da una base molto solida, anzi, ad oggi, per come è strutturata, rimane ancora la squadra più forte dell'intera Serie A, ma quando l'ambizione è alta e quando l'obiettivo è quello di ripetersi, è necessario anche accorgersi dei punti deboli al fine di correggerli. Quello che bisogna assolutamente evitare è il rischio della sindrome da pancia piena. 

    IL MONITO DELL'ALLENATORE - Simone Inzaghi ha voluto affrontare il tema in conferenza stampa: "Quest'anno ci aspettano tutti, ai miei calciatori farò vedere le statistiche degli ultimi anni. Chi ha vinto lo Scudetto, l'anno successivo ha incontrato molte difficoltà". 
    Il monito vale sicuramente per il suoi calciatori, ma anche proprietà e società
    non possono sentirsi estranee a questo concetto espresso. 

    PRIORITA' AL PORTIERE - A tal proposito va detto che Ausilio si è mosso molto bene anticipando i colpi Taremi e Zielinski, mentre lascia qualche dubbio la scelta di affrettare i tempi per il portiere di riserva, mettendo sul piatto 15,5 milioni di euro. Il dubbio non riguarda Martinez, ma la strategia di mercato, sempre partendo dai punti deboli palesati lo scorso anno. 

    I PUNTI DEBOLI - E allora iniziamo proprio da questi ultimi: l'Inter si è mostrata molto prevedibile sulla corsia di destra, dove Darmian non sembra più reggere una stagione ai ritmi imposti dal ruolo di quinto. Giusto rinnovare il contratto di Dumfries, ma con Buchanan fuori fino a Natale, forse qualcosa a destra andrebbe aggiunto. Anche in considerazione del fatto che proprio il canadese è stato sempre impiegato a sinistra e che Carlos Augusto si è mostrato più utile come difensore che come esterno. E solitamente si riparte lasciando inalterate le cose che funzionano bene. 



    ARNAUTOVIC - L'altro problema l'Inter se l'è andato un po' a cercare quando un anno fa ha scelto di puntare su Marko Arnautovic, calciatore già in parabola discendente, che ha ulteriormente confermato la tesi in nerazzurro. Non ci sono solo i problemi di natura fisica a renderlo inaffidabile, ma anche una struttura fisica che richiederebbe un alto minutaggio. Per toccare il picco di forma e per mantenerlo, Arnautovic ha bisogno di giocare, ma all'Inter è destinato a trovare ancora poco spazio. È evidente che lì davanti occorra qualcosa, ma tutte le dichiarazioni della dirigenza confermano l'austriaco nel progetto. 

    ACERBI - In ultimo, va attentamente valutata la questione Acerbi: il difensore italiano è l’unico vero marcatore a disposizione di Inzaghi e infatti il tecnico si affida a lui anche quando le condizioni fisiche del difensore consiglierebbero altro. 37 anni al prossimo 10 febbraio, Acerbi ha dovuto saltare tutto il finale della scorsa stagione, oltre che gli Europei, per operarsi e ridurre il dolore. Ecco, Buongiorno sarebbe stata manna dal cielo, forse potrebbe esserlo anche Hermoso. Ma Cabal? Siamo sicuri sia il profilo giusto? Torniamo alla domanda iniziale: sarebbe stato meglio tenersi i 15 milioni investiti per Martinez per investire altrove? 

    CARBONI - Poi c'è il tema Carboni, che merita un'ultima, importante, considerazione. Si sta parlando troppo di lui, l'esposizione mediatica è tale da rischiare di farlo implodere. È un 2005 e non è Yamal. Sicuramente è un talentuoso, probabilmente un calciatore ancora alla ricerca di un vero e proprio ruolo. Allora va bene l'idea di offrirgli una chance, ma sempre ricordando che va fatto crescere e maturare. Inzaghi ha confermato in conferenza che proprio Carboni farà parte dell'Inter del futuro, ma lo aveva fatto anche nella conferenza dell'anno scorso. Venti minuti dopo Carboni finì al Monza di Galliani. Adesso in pressing c'è il Marsiglia, che però sembra non avere le risorse economiche per affondare con un'offerta che porti nelle casse nerazzurre immediate liquidità. Ma le parole di Inzaghi non lasciano spazi a fraintendimenti: "Non dimentichiamo che abbiamo Carboni, ci migliora con le sue caratteristiche nell'uno contro uno e a seconda della partite, con lui possiamo anche scegliere di giocare con due uomini sotto punta o di utilizzarlo largo a destra come esterno offensivo che salta l'avversario". Quindi una cosa è chiarissima: un conto è partire con Carboni e un conto sarebbe invece privarsene. A quel punto l'Inter dovrebbe pensare di sostituire l'argentino. 
     

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