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    Inter, qual è la cura per il mal di gol? Spalletti fa marcia indietro su Icardi

    Inter, qual è la cura per il mal di gol? Spalletti fa marcia indietro su Icardi

    • Pasquale Guarro
    Poche ore al fischio d’inizio, l’Inter torna a riveder le stelle e in certe notti forse è giusto aggrapparsi ad alcune certezze assimilate in passato. Icardi è bomber d’area di rigore, questo ad Appiano Gentile lo sanno dall’alba dei tempi, ma Roberto Mancini prima e Luciano Spalletti dopo, hanno provato a chiedergli qualcosa in più. Un restyling che lo avrebbe reso più attuale, maggiormente incline al calcio moderno, che richiede un centravanti di manovra, cucito al resto della squadra e non isolato nel suo opportunismo degli ultimi 30 metri di campo. 

    VA BENE COSI' - E allora nella serata più importante, Icardi faccia l’Icardi. Questo il senso delle parole di Spalletti, che ieri in conferenza stampa ha fatto marcia indietro rispetto al recente passato, quando appunto aveva richiesto all’argentino più partecipazione: “Mauro lasciamolo così com’è perché calcisticamente è fatto bene. È uno a cui piace attaccare la profondità, abbiamo tentato di parlarci, ma nell’ultima partita, siccome siamo arrivati con tanti calciatori a ridosso dell’area di rigore, siamo andati ad affollare troppo quel recinto tra area avversaria e centrocampo. Quando è tutto così chiuso bisogna avere quell’estro e quell’uno contro uno rabbioso fatto di tecnica e rapidità nello stretto, che non è facile andare a trovare in molti calciatori ma che noi in qualcuno abbiamo. Avremmo potuto sfruttare maggiormente qualche passante sul secondo palo, perché Icardi in queste situazioni qui è uno dei più forti che io abbia mai allenato”. 

    TORNARE INDIETRO PER ANDARE AVANTI - Sembra un po’ un tornare indietro, con la squadra a doversi adattare a Icardi e non viceversa. Perché l’Inter attraversa una crisi da gol che non piace a nessuno e per superarla ha bisogno del suo centravanti, che risplende solo se messo nelle migliori condizioni. Ad altri il lavoro sporco, a lui la nobile arte del gol. Come facevano molti attaccanti di un calcio che ormai tanti ritengono superato, ma che alle basi di tutto metteva quella concretezza che il nostro calcio sembra aver smarrito nella fitta rete dei passaggi orizzontali. Sono i paradossi di questo sport eccezionale, che a volte per andare avanti deve tornare indietro. 
     

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