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Inter, che agonia. Ma Pioli lancia un segnale: è stanco di difendere il gruppo
LA FINE DEL MIRACOLO - Questa è l’Inter delle ultime sette partite, addirittura deturpata della sua storia. D’Ambrosio ha candidamente ammesso come la squadra abbia mollato dopo il pareggio di Torino, Pioli ha spento l’incendio e negato il tutto. Ma le fiamme hanno ormai abbracciato l’intero stabile e il primo a farne le spese sarà proprio il tecnico emiliano, ormai delegittimato. Da potenziatore a depotenziatore, l’ex Lazio era partito bene, ma al primo momento di crisi non ha saputo tenere saldo il gruppo per condurre la nave in porto. Da Medel a Gagliardini, passando per Icardi e Kondogbia, quel miracolo Inter, che tutti avevano esaltato, si è ormai accartocciato su sé stesso e quei giocatori, che sembravano essere rivalutati, tornano a far discutere.
FUORI IL CAPITANO - Una lunga agonia. Così si preannuncia questo finale di campionato per l’Inter, che prosegue a testa bassa, ormai travolta dagli eventi e dalle circostanze. Dopo Firenze, Pioli aveva provato a scuotere il gruppo dicendosi pronto a farsi da parte. La società non ha assecondato la proposta del tecnico emiliano, esponendolo ad ulteriori responsabilità. La squadra, e questo è ormai evidente, lo ha lasciato solo, lo segue con superficialità, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: “Come mai ho sostituito Icardi? Non ero contento del movimento dei miei attaccanti e ne ho inseriti altri due con caratteristiche che avrebbero potuto aiutarci”, ha spiegato l’ex Lazio. Ma il capitano altre volte era stato assente dal match e mai era stato sostituito. Un segnale, da parte del tecnico emiliano, evidentemente stanco di assumersi tutte le responsabilità e proteggere un gruppo che invece non fa assolutamente niente per toglierlo dalle critiche.