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Inter, Candreva: 'Conte numero uno, quante risate con Brozovic. Ringrazio la Lazio'
TEMPO IN FAMIGLIA - "Tanto, facciamo un lavoro di cui non possiamo lamentarci e, per questo, stare sempre in casa con la famiglia non capita quasi mai. Vivere la quotidianità così diretta e veder crescere ogni giorno mio figlio non era mai capitato prima e fa piacere. Mio padre è a Roma e non posso vederlo. Non ne ho mai parlato molto perché non amo fare pubblicità. È malato da un anno a causa di un brutto male, ma sta lottando e gli sono vicino. Lo abbraccio a distanza”
COSA CAMBIERA'? - “Farà bene a tutti noi, ci godremo appieno le piccole cose, come le passeggiate o anche quei pochi minuti passati con i cari. Ci servirà da lezione per il futuro”
SUI TUTORIAL CON LA COMPAGNA - “Siamo iperattivi, non certo da film e divano. Ci piace molto allenarci in casa. Lei è super sportiva, durante l’anno si allena con il sorriso e adesso con me ha trovato pure una spalla. Ha anche un bel piede, perciò spesso palleggiamo. Facciamo fare tante cose a nostro figlio Raoul, le giornate sono lunghe perciò sfruttiamo il balcone. Amazon ci sta aiutando parecchio, lì abbiamo comprato alcuni giocattoli per nostro figlio”
TAGLIO DEI CAPELLI? - “Il mister mi massacra davanti a tutti per il mio taglio attuale. Lo prendo in considerazione, visto che l’estate si avvicina. Levare la barba? L’idea partì la scorsa estate: mi resi conto che non la toglievo da un anno e Allegra era d’accordo. Perciò la tagliai. Se non è d’accordo lei a casa poi chi entra?”
IL GOL PIU' BELLO - “Bello è diverso da significativo. Penso al primo gol di tre anni e mezzo fa nel derby. Il primo con la maglia nerazzurra e sotto la curva, al di là del pari finale. Lo ricordo con amore”
PRIMA PARTITA IN CARRIERA - “Penso con la Ternana ad Empoli, ancora minorenne. Il nostro mister allenava occasionalmente in Prima Squadra e perciò decise di regalarmi l’esordio con i grandi. Mi manca il calcio? Tantissimo, gli allenamenti e lo scherzo con i compagni, la domenica, lo stadio e i tifosi, la partita e le emozioni uniche che sa regalare”
L'EMOZIONE PIU' GRANDE CON L'INTER - “Ce ne sono state tante e spero di averne ancora altre. Magari quella di alzare un trofeo ed esserne partecipe in questo ultimo anno e mezzo che mi rimane in nerazzurro. Lo stadio pieno ci aiuta e regala emozioni che non si possono raccontare. Il gol della prima giornata di campionato contro il Lecce è stato una liberazione, dopo un anno di sofferenza e di dolore”
RITI PREPARTITA - “No, di nessun tipo perché non sono superstizioso. Magari, prima di scendere in campo, allaccio prima la scarpa sinistra".
SUL NUMERO DI MAGLIA - “È la mia data di nascita che ho sempre portato con me. Lo avevo già scelto alla Lazio”.
SUL FUTURO - “Ho entusiasmo e voglia di giocare ancora e mettermi in discussione. Finché l’avrò, mi aspetto sempre tanto”.
CANZONE PREFERITA - “Ragazzo Fortunato di Jovanotti”.
SU CONTE - “Cosa mi ha detto quando è arrivato? Non molto. Il mister mi conosce, ha saputo dirmi con i fatti e con lo sguardo ciò che voleva da me. Conosce solo il lavoro e il sacrificio, oltre che l’umiltà. È stato il mister più importante che abbia mai avuto, già dai tempi della Nazionale. Il numero uno”
PIATTO PREFERITO - “La buona, vecchia, amatriciana. Ma adesso ci comportiamo bene con il cibo, al massimo la domenica pizza e solo integrale”
PERIODO MIGLIORE DELLA CARRIERA - “Per continuità e ruolo all’interno della squadra, dico alla Lazio. Feci un percorso determinante che mi diede la possibilità di approdare in un top club come l’Inter. Devo ringraziare i biancocelesti”.
COMPAGNO PREFERITO - “Brozovic è un gran simpaticone, col biondo sta bene e gli ho pure fatto i complimenti, ma in realtà siamo tutti molto uniti e sorridenti. Ci ammazziamo dal ridere in spogliatoio”.
RUOLO PREFERITO - “Sono nato trequartista per la libertà di ruolo, poi una volta cresciuto devi anche rispettare delle regole. L’esterno mi ha dato la possibilità di dare continuità al mio percorso, il 3-5-2 mi piace tantissimo. Si attacca e si difende allo stesso modo”
IL GOL COL DORTMUND - “Emozione forte perché era un bell’ambiente, una bella partita, era bello tutto. Peccato non aver dato continuità in Champions”
FUTURO DA ALLENATORE? - “Mi piacerebbe farlo, ma non saprei dire se sarò bravo. Quando verrà il momento, sarà tutto diverso. Devi capire tutti i giocatori. L’allenatore deve essere un po’ papà e un po’ psicologo. Non è facile”