Inter, Brozovic ai margini, ma il Mondiale è alle porte
“Giusto un girone fa faceva capolino la versione Epic di Brozo, quella che con una doppietta stendeva il Benevento al Vigorito. Una versione che con il tempo si è sbiadita fino a diventare l’icona della negligenza con gli applausi rifilati da Marcelo al pubblico del Meazza in occasione della sostituzione durante la partita contro il Bologna. Il croato è tornato così in quel limbo fatto più di scuri che di chiari in cui i contorni che separano il ragazzo timido e introverso da quello indisciplinato e sfrontato si fanno confusi. Qual è il vero Marcelo? E soprattutto, qual è il vero Marcelo in campo? Quest’anno Luciano Spalletti lo ha inserito tra i titolari 10 volte su 25 giornate concedendogli in tutto 19 gettoni di presenza. In quella posizione, da trequartista del 4-2-3-1, può garantire giocate e movimenti che nessun altro calciatore di questa rosa può. Eppure in quella posizione Brozovic ha giocato pochi minuti complessivamente per quel suo modo di affrontare le partite — in momenti più o meno prolungati — facendo «un giro troppo largo, più del dovuto». Insomma, a metà campo serve più incisività specie quando il pallone lo tiene l’avversario. L’evaporazione, a cui va incontro troppo spesso, lo ha penalizzato.
LA CONCORRENZA DI RAFINHA - “A livello tecnico, non ci sono più margini di errore per lui. L’arrivo di Rafinha lo costringe a lavorare più sodo per guadagnarsi minuti in campo. Perché in quella posizione la soluzione Borja Valero è sempre valida nella testa di Spalletti. Brozo, dopo esser stato multato per gli applausi ed essersi «autoescluso» dai titolari della trasferta di Genova, deve iniziare a dare segnali concreti di «connettività». Non solo per aiutare l’Inter a raggiungere la Champions. Ma anche per tenersi stretta la maglia della Croazia nel prossimo Mondiale. Dare per scontato qualcosa, sarebbe un errore Epic”.