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Inter bocciata dai numeri e rimandata nel gioco: il futuro di Inzaghi è a rischio
Il dovere di tutti dovrebbe essere quello di migliorare, o almeno di mantenere le posizioni della stagione precedente e se questo non accade la responsabilità principale è dell’allenatore. Simone Inzaghi, che ha visto sfumare lo scudetto al suo primo anno sulla panchina dell’Inter dopo aver perso il derby cui è seguito il regalo a Bologna, aveva il dovere di recuperare quest’anno il terreno perduto. La sua analisi della stagione scorsa, infatti, non aveva soddisfatto né i tifosi, né tantomeno la società, perché nessun milanista avrebbe preferito vincere la coppa Italia e la Supercoppa italiana, lasciando lo scudetto all’Inter. Secondo Inzaghi, invece, il bilancio della stagione era stato positivo, proprio grazie alle due coppe vinte.
Lo scudetto, in realtà, doveva essere il vero obiettivo dell’Inter quest’anno. E invece la classifica dice chiaramente che l’Inter ormai è troppo lontana dalla vetta per sperare di vincerlo. Come non bastassero i dieci punti di distacco dal Napoli, c’è il numero di gol incassati (24) che preoccupa perché per trovare una squadra che ne ha subiti di più (26) bisogna scendere fino all’undicesimo posto del Bologna. E’ vero che l’Inter è stata la prima squadra capace di battere il Napoli e con pieno merito, ma non basta un lampo isolato per vincere lo scudetto e del resto la storia del calcio è piena di queste apparenti contraddizioni. Tra i tanti precedenti, per citare un caso che riguardava una squadra campione d’Italia fuori dal triangolo storico delle grandi Inter-Milan-Juventus, ricordiamo che la Roma di Liedholm vinse lo scudetto nel 1983 malgrado due sconfitte, entrambe per 1-2, contro la Juventus campione in carica e poi finita al secondo posto.
Bocciata dai numeri, l’Inter è rimandata anche nel gioco perché la squadra procede a strappi e questa è soltanto una delle colpe di Inzaghi, che troppe volte ha sbagliato i cambi, anche per cercare di mantenere buoni rapporti con i giocatori che tratta come se fossero ancora suoi compagni, senza il dovuto distacco. A questo punto, quindi, il principale obiettivo dell’Inter, anche se Inzaghi non lo ammetterà mai, è un posto per partecipare alla Champions anche il prossimo anno, senza rischiare di soffrire fino all’ultima giornata, per difendere gli assalti della Roma, della Lazio e dell’Atalanta, le più vicine oggi a 3 punti di distanza.
Rivincere due coppe, quindi, stavolta rischia di non essere sufficiente per Inzaghi, ammesso che ci riesca. La sofferta qualificazione in coppa Italia contro il Parma, infatti, non è un buon segno, in attesa di sapere come finirà il derby di mercoledì prossimo a Riad.
Se fallisse l’obiettivo della Supercoppa e non centrasse l’altro bis in coppa Italia, a Inzaghi non basterebbe nemmeno la certezza di avere un altro anno di contratto. E a quel punto non sarebbe più da scartare l’ipotesi di un cambio in panchina. L’ipotesi che torni Conte, come lussuoso cavallo di ritorno, oppure l’arrivo dall’Inghilterra dell’emergente De Zerbi non sarebbe più da scartare. Perché mancare lo scudetto l’anno scorso è stata una delusione. Non sfiorarlo nemmeno stavolta sarebbe un fallimento. Con o senza il bonus delle due coppe italiane. E sorvoliamo sulla Champions, malgrado la qualificazione agli ottavi, che rimane un sogno per tutti i nostri club, non soltanto per l’Inter.