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  • Inter ancora beffata: da Dybala a Bremer, la Caporetto di Marotta

    Inter ancora beffata: da Dybala a Bremer, la Caporetto di Marotta

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Dybala alla Roma e Bremer alla Juventus: l’uno-due che manda all’aria i piani dell’Inter è di quelli che fanno male. Se ci sommiamo poi la decisione del tribunale di Hong Kong, che ha intimato al presidente Steven Zhang di restituire 255 milioni di dollari a una società cinese, più altre cause aperte da altri creditori del gruppo Suning, si capisce in fretta come questi siano giorni finanziariamente difficili per la proprietà dell’Inter e di profonda preoccupazione per Simone Inzaghi.

    Si sapeva, tutto era stato già detto e scritto, ma proviamo a tenere i due piani distinti: da una parte l’Inter, che due stagioni fa non riusciva a pagare gli stipendi ai suoi tesserati, dall’altra il Gruppo Suning, penalizzato dalla politica interna cinese e dalla crisi post pandemia, e analizziamo la questione sportiva.

    L’Inter sa da 2 anni che la proprietà – sommersa di debiti e prestiti - non avrebbe più innestato denaro nel club. Da qui, la necessità di autofinanziarsi che 12 mesi fa ha portato alla cessione di Hakimi e Lukaku e che in queste settimane ha messo in vetrina col cartello “vendersi” praticamente tutti i gioielli di famiglia, da Martinez a Bastoni, da Skriniar a Dumfries, De Vrij e Calhanoglu. Tutti in vendita, se qualcuno li avesse comprati. Obiettivo: chiudere la campagna acquisti con almeno 60 milioni di attivo.

    Marotta e Ausilio erano stati abili: avevano bloccato Dybala e Bremer, trattando direttamente con i giocatori, garantendosi a buone condizioni due più che valide alternative ai titolari in (possibile e auspicata) uscita. Inzaghi era stato avvertito fin dal 24 maggio, quando aveva fatto con il club il punto post-campionato. L’Inter però aveva fatto i conti senza l’oste, o meglio senza il compratore, perché nel frattempo nessuno ha bussato per nessuno, tanto meno per Martinez, l’unico che teoricamente – da solo – avrebbe risolto tutti i problemi economici dell’estate.

    L’operazione Dybala si poteva spiegare solo con l’uscita del top player, non certo con quella di Dzeko o Correa o Sanchez, per ragioni differenti tutti attaccanti di differente peso, lignaggio e costo rispetto alla Joya. E così fra un anno, come ha acutamente sottolineato Mario Sconcerti, rispetto a oggi l’Inter avrà 3 attaccanti in meno, perché in scadenza di contratto (Dzeko, il “prestato” Lukaku ed eventualmente Sanchez, se già non partirà in queste settimane), ma non avrà nel frattempo Dybala, mentre continuerà a non avere i milioni per comprare giocatori di simile livello. Insomma, una mezza Caporetto, se non di più.

    Se la perdita di Dybala può essere tecnicamente dannosa soprattutto in prospettiva – oltreché sul piano dell’immagine, dopo tanto parlarne – quella di Bremer rischia di avere ripercussioni già nell’immediato. Skriniar è al momento l’unico giocatore per cui l’Inter ha avuto una vera offerta, anche se non ancora pari alla richiesta (60 milioni contro 70): fino a quando Marotta può permettersi di rifiutarla? Teoricamente non troppo a lungo, perché la necessità di chiudere in largo attivo la campagna acquisti è sempre valida attualità.

    E se sarà Skriniar a partire, chi lo sostituirà, ora che la Juve s’è presa Bremer con la forza dei milioni che l’Inter non aveva? Il brasiliano ormai ex Toro, può piacere più o meno di Skriniar (a noi piace di più, ma è opinione contestabile), ma pochi dubbi che chiunque arrivi al posto del miglior difensore dell’ultimo campionato, sarà meno forte di lui e perciò già così la prossima Inter sarebbe in difesa più debole di quella che abbiamo visto fino a maggio. Altro che Lukaku, chiamato a migliorare quello che era già ampiamente il miglior attacco del campionato.

    I nodi vengono sempre al pettine, ma qui il rischio grande è che da oggi al 1° settembre, quando chiuderà il mercato, ce ne sia ancora qualcuno da sbrogliare. E allora le preoccupazioni di oggi potrebbero rapidamente trasformarsi in ansia vera per Simone Inzaghi, che solo sabato sera chiedeva ai suoi dirigenti di chiudere rapidamente l’operazione Bremer. Come non detto.
    @GianniVisnadi
     

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