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  • Inter, adesso avete capito chi è Denzel Dumfries?

    Inter, adesso avete capito chi è Denzel Dumfries?

    • Pasquale Guarro
    Denzel Dumfries si è preso le prime pagine dei quotidiani sportivi decidendo la semifinale di Supercoppa contro l’Atalanta, una prestazione maiuscola quella dell’olandese, che in questi quasi 4 anni di Inter ha generato giudizi divisivi in merito al suo valore. Non è particolarmente abile nel saltare l’uomo e anche il gioco nello stretto non è il suo forte, insomma, dal punto di vista delle qualità tecniche si è visto di meglio in giro, senza andare troppo lontani si era visto di meglio anche all’Inter, che negli ultimi anni aveva potuto schierare sulla destra gente come Cancelo e Hakimi, due che contemporaneamente aravano la fascia e dialogavano con leggerezza. Entrambi, per ragioni diverse, sono rimasti a Milano un solo anno, Hakimi ha fatto in tempo a vincere lo scudetto con Antonio Conte prima di portare al club nerazzurro un’offerta da 70 milioni di euro e partire con una valigia piena di sogni verso Parigi, lasciando enorme delusione nei tifosi nerazzurri, dispiaciuti per esserselo goduto così poco. Per sostituirlo, l’Inter, si affidò ai consigli di Mino Raiola: “Prendete l’olandese, è forte!”. In viale della Liberazione si convinsero immediatamente dell’affare ma non c’erano abbastanza risorse economiche per affondare il colpo e in quel momento in vantaggio su Dumfries c’era invece Nahitan Nández. La successiva partenza di Lukaku mise poi a disposizione dell’Inter la sufficiente liquidità per avanzare verso l’olandese e staccare un assegno da circa 12 milioni di euro in favore del PSV. 

    DENZEL, CHI SEI? - Meno agile del marocchino, acerbo dal punto di vista tecnico e tattico, l’impatto di Dumfries con il mondo nerazzurro non è stato memorabile. Eppure San Siro, diffidenza a parte, non gli ha mai definitivamente segato le gambe, come invece ha fatto con altri calciatori anche più giovani (Bellanova l’ultimo esempio). Probabilmente perché dietro quell’espressione seria e poco predisposta al sorriso avevano tutti intravisto un potenziale da esprimere. Perché il punto è proprio questo: accettare il fatto che Dumfries sia un calciatore estremamente diverso rispetto a quelli citati prima, ma non per questo meno utile alla causa. L’olandese esprime altre peculiarità, Denzel è un treno in corsa che ha bisogno di campo aperto, è uno che si esalta nel contatto fisico e che ha bisogno di essere sostenuto dalla migliore condizione atletica per emergere. La forza di Dumfries è lo strapotere fisico, è con la sua energia che contrasta e poco alla volta intimidisce gli avversari. Ma questo aspetto è divenuto la sua fortuna così come la sua condanna, perché Dopo quasi 4 anni di Inter molti si chiedono ancora che calciatore sia Dumfries o ancora non sanno cosa aspettarsi da lui, quando invece è chiarissimo. 

    IL COMPROMESSO - Dumfries è uno che viene fuori alla distanza, è un calciatore che non apre spazi con serpentine imprevedibili ma in campo aperto è un fiume in piena e in entrambe le aree di rigore, in mischia, prevale nove volte su dieci nel gioco aereo. I compagni hanno capito come e quando servirlo, difficilmente si appoggiano a lui per uscire dal traffico, ma sanno che in altre occasioni possono invece contare sull’olandese per uscire dai guai. Pochi mesi fa c’è stata la fumata bianca per il rinnovo del suo contratto, anche in quell’occasione c’era chi tifava per la cessione e chi per la permanenza. La stessa Inter si è guardata intorno, prima di arrivare alla conclusione che tutto sommato, pescando tra quello che c’era a disposizione in giro a una ventina di milioni, nessuno avrebbe reso meglio dell’olandese. E allora entrambe le parti si sono prima riavvicinate e poi strette la mano. Denzel Dumfries è un compromesso, un libro aperto. È il calciatore che sbaglia un passaggio elementare per poi decidere la semifinale di Supercoppa con una doppietta stupefacente: primo gol in rovesciata e secondo con una bordata dalla distanza, non di collo esterno perché il bagaglio tecnico non lo consente, ma di piatto, che è più semplice, ma altrettanto proficuo se la forza che riesci a Imprimere al pallone è incomprensibilmente la stessa. Dumfries è un calciatore consapevole e reattivo, conosce i propri limiti ma trova il modo di superarli. Forse dopo 4 anni stiamo un po’ tutti imparando a conoscerlo. 

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    Ha i piedi montati al contrario ( Inzaghi deve averglieli raddrizzati prima della partita ) ma è...

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