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Insigne: 'Volevo restare a vita a Napoli! Scudetto? Non sono invidioso. Osimhen, pensaci bene. E su Kvara...'
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GLI ALLENATORI - "Zeman mi ha fatto crescere, è stato come un papà per me. Mazzarri mi ha fatto esordire in Serie A e gli devo tanto perché ha creduto in me. Sarri mi ha fatto diventare in parte l'Insigne che sono diventato fino ad oggi. Ancelotti mi ha dato tanto sotto l'aspetto della professionalità perché ha allenato tanti campioni, Gattuso molta responsabilità perché in un periodo in cui mi ero perso ma mi ha ridato fiducia. Spalletti, nonostante avessi il contratto in scadenza, ha sempre puntato su di me, facendomi giocare tutte le partite e gli sarò sempre grato".
EMOZIONE PIÙ FORTE - "Esordio o l'addio? Dico l'ultima, l'addio al Maradona perché ero consapevole che dopo tanti anni non avrei più indossato la maglia del Napoli".
TRIDENTE - "Centravanti? Mi metti in difficoltà, ho giocato con tanti attaccanti forti. Mertens, Higuain, Osimhen, Cavani, Immobile, tutti fortissimi. Faccio 50 minuti, 10 minuti a testa. Sono veramente cinque dei fenomeni".
IL GOL PIÙ BELLO - "L'ho segnato a Madrid il mio gol più bello. Il prossimo? Con la maglia del Toronto, per forza".
IL RITORNO - "Il profumo di ritorno a Napoli lo sento già quando atterro a Roma, anche se è distante. Mi manca tutto di Napoli, è casa. Però io e la mia famiglia stiamo benissimo a Toronto".
RITORNO AL MARADONA - "Mia moglie mi ha chiesto com'è stato tornare allo stadio. Per me entrare lì è sempre un'emozione unica, perché da bambino ho sempre sognato di fare ciò che ho fatto con la maglia del Napoli: giocarci ed esserne capitano. Ripeto, per me entrare al Maradona è sempre qualcosa di speciale".
L'ADDIO - "Il mio sogno era restare a Napoli per tutta la vita. Non è stato così, il Napoli lo porterò sempre nel cuore, è casa mia. Volevo restare di più però è andata com'è andata e va bene lo stesso".
SCUDETTO DEL 2018 - "È clamoroso non vincere lo scudetto con 91 punti, però penso che il demerito è stato anche nostro perché ce lo siamo fatto sfuggire dalle nostre mani".
INVIDIA? - "Io ho festeggiato a Toronto, con i miei figli a casa abbiamo fatto casino perché so quanto ci tenevano i giocatori e soprattutto la nostra città. Qualche voce che io fossi invidioso mi è arrivata ma io non lo sarò mai perché sono stato e sarò sempre il primo tifoso del Napoli".
QUEST'ANNO - "Non è il momento dell'anno scorso però in un anno penso che questi momenti ci possano stare. Ho rivisto a sprazzi il Napoli di Spalletti e spero che mister Mazzarri faccia un gran lavoro, soprattutto mentale, perché i ragazzi ne hanno bisogno. Il mister ha tanta esperienza alle spalle, poi è stato fermo, ha avuto modo di studiare e la cosa importante è che conosce già l'ambiente Napoli, società, tifosi. Questo sicuramente alla lunga sarà un vantaggio".
JUVE-NAPOLI - "Ho fatto tante sfide contro la Juve ma le partite in cui ho segnato le ho sicuramente di più nel cuore. Dispiace quando segnai e la partita era a porte chiuse. Da napoletano è sempre bello far gol alla Juve. Mi auguro che venerdì il Napoli faccia una grande prestazione per portare una gioia ai nostri tifosi".
KVARATSKHELIA - "Kvara non lo conoscevo, ma vedendolo il primo anno con la maglia del Napoli è stato lui il valore aggiunto del Napoli. Ha fatto cose straordinarie".
OSIMHEN - "Gli direi di pensarci bene prima di andare via da Napoli perché le emozioni che ha vissuto qua non si possono vivere altrove. Lo scudetto a Napoli è diverso rispetto a se lo vinci da un'altra parte. Lui saprà fare la scelta giusta per se stesso. Spero resti ancora a lungo a Napoli e la società se deve fare uno sforzo è giusto che lo faccia perché attaccanti così forti in giro non ce ne sono".
LA FAVORITA - "Da tifoso posso essere di parte e, nonostante ci siano tanti punti dall'Inter capolista, spero vinca il Napoli lo scudetto. Al momento, però, non vedo una favorita al 100%. Mi auguro possa tornare il Napoli dell'anno scorso per risalire la classifica".
NAZIONALE - "Insigne non smetterà mai di sognare la maglia della Nazionale. Finché giocherò a calcio sarò a disposizione del ct, come ho sempre detto a lui. La Nazionale è la Nazionale, ho vissuto un momento indescrivibile con questa maglia e non dimenticherò mai la vittoria dell'Europeo. Partirò forte l'anno prossimo sperando di non avere ancora tanti infortuni che hanno inciso nelle scelte del mister. A 32 anni devo fare di più perché non basta solo il nome per essere convocato ma bisogna meritarlo in campo".