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    Insigne e il crollo del 'tiro a giro': assente ingiustificato nel disastro dell'Italia, verso l'addio alla Nazionale

    Insigne e il crollo del 'tiro a giro': assente ingiustificato nel disastro dell'Italia, verso l'addio alla Nazionale

    • Giovanni Annunziata
    È notte fonda per il movimento calcistico italiano. La Nazionale ieri ha dato una grossa delusione a tutti i tifosi azzurri, l'eliminazione contro la Macedonia del Nord fa male perché uscire ancor prima di iniziare contro un avversario più che abbordabile non è affatto bello. L'Italia sarà fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva, il 2006 ormai è solo un ricordo lontano. Tanti gli imputati in questo fallimento, partendo dal presidente Gravina, passando per il ct Mancini, fino a chi è sceso in campo, i calciatori. La Macedonia del Nord non rappresentava un ostacolo così grande da superare, eppure il tabellino segna zero gol segnati dagli Azzurri. In pochi si salvano, specialmente nel reparto offensivo, dove Berardi ha fallito troppe occasioni e peggio hanno fatto Immobile e Insigne, praticamente inesistenti.

    IL CROLLO DEL 10 - La numero dieci sulle spalle comporta tantissime responsabilità, chi la indossa deve sempre creare qualcosa in più. Cosa che non ha fatto Insigne. Mai uno spunto, mai una giocata decisiva nell'ultimo periodo. Il capitano del Napoli è come se si fosse fermato al determinante ma ormai passato tiro a giro contro il Belgio nell'ultimo Europeo. Da lui ci si aspettava chiaramente molto. Insigne non ha saputo mantenere fede alle attese, contro la modesta Macedonia del Nord non ha inventato alcuna giocata, limitandosi al banale fraseggio con Emerson Palmieri o con il Verratti di turno che arrivava in appoggio. L'amarissima e deludente eliminazione passa anche per le non giocate di Insigne, che ha fallito quello che potrebbe essere l'ultimo appuntamento.

    L'ULTIMA CHIAMATA - Mancini gli ha dato fiducia nonostante la stagione sottotono e gliene avrebbe data anche in caso di qualificazione ai Mondiali in Qatar nonostante il campionato poco allenante in cui si andrà a misurare. Insigne, come è noto, dal 1 luglio sarà un nuovo giocatore del Toronto FC. Il suo futuro è in MLS, abbandonerà la Serie A, dirà addio al Napoli e al calcio italiano. Con il probabile arrivo di un nuovo ct sulla panchina dell'Italia, quella di ieri potrebbe essere stata l'ultima apparizione di Insigne con la Nazionale. Avrebbe potuto vivere la sua prima competizione mondiale da protagonista, ma così non sarà. Fino ad oggi solo dodici minuti in campo, nell'edizione del 2014 quando subentrò al posto di Candreva contro il Lussemburgo. Nel 2018 la delusione per la mancata qualificazione, proprio come quest'anno. In vista dei prossimi Mondiali che si giocheranno tra Messico, Stati Uniti e proprio Canada, Insigne avrà 35 anni e quello di oggi sembra essere un addio. Nel mirino ci potrebbero essere gli Europei del 2024 e lì bisognerà capire se potrà essere ancora considerato parte del progetto.

    FUTURO AMERICANO - Per tirare le somme, Insigne ha fallito. Doveva essere la sua sera, ma è ormai la controfigura di se stesso. La parabola del capitano del Napoli, a quasi 31 anni, è discendente. Nessun dribbling, il famoso tiro a giro praticamente dimenticato, solo due gol su azione in tutta la stagione con la maglia del Napoli. Spalletti continua a ritenerlo parte fondamentale del progetto per il finale di campionato ma sta diventando poco incisivo e Lozano inizia a scaldare i motori. Il talento di Frattamaggiore deve riuscire a dare una sterzata il prima possibile, ha ancora otto finali per lasciare il ricordo migliore di sé. Magari lavorando da vero trascinatore con giocate, gol e assist. I presupposti non sono dei migliori, il ricordo in Nazionale ormai è compromesso, ma andare via da Napoli alzando il trofeo tanto atteso in veste da capitano sarebbe una salvezza e un modo per salutare tutti con la gioia nel cuore.

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