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Balotelli: 'Capisco se qualche tifoso dell'Inter mi ha odiato. Napoli? Senza De Laurentiis sarei lì da dieci anni'
NAZIONALE - "Ero veramente felice di tornare. Era uno stage, ma è stato emozionante perché non me l'aspettavo. Spero che l'Italia vada ai Mondiali".
MOMENTO PIU' BELLO - "Gli Europei, senza dubbio. L'esordio lo metto dopo. L'esultanza con la Germania? Ero un po' più magro, ora sono più grosso: se perdo un kg sono perfetto (ride, ndr)".
MANCINI - "Nella mia carriera è lui che mi ha fatto iniziare con l'Inter. Aveva una situazione con Ibra che non stava benissimo, Adriano non c'era e a volte non c'era. C'era Cruz, Crespo: qualsiasi allenatore non lo avrebbe fatto".
PRANDELLI - "Mi sono trovato molto bene. È stato molto permissivo, ma allo stesso tempo molto rigido. Agli Europei mi sono trovato bene, anche con il gruppo. Sono venute fuori storie che non sono vere, nessuno ha litigato con me. Con il mister sono sempre stato rispettoso, mi ha sempre detto cosa dire, che fosse un mio comportamento giusto o no".
INTER - "Se qualche tifoso mi ha odiato lo posso capire. Per la storia della maglietta, perché sono andato al Milan... Se qualcuno mi ha insultato, non con insulti razzisti, io lo capisco".
LA MAGLIETTA SCAGLIATA A TERRA - "Lo cancellerei se potessi. Volevo bene ai tifosi dell’Inter. In quella partita con il Barcellona sono entrato bene, ho sbagliato un passaggio e hanno iniziato a fischiarmi. L’ho presa male, non era mai successo. Mi sarebbe piaciuto diventare una bandiera dell'Inter, con Moratti ne avevo parlato ma l’obiettivo era quello. Moratti è inarrivabile. Mi aveva regalato una moneta d’oro e lì per lì mi sono detto ‘ma cos’è?’. Io non capivo, sono andato nello spogliatoio e l’ho mostrata a Materazzi. Mi ha detto che l’aveva regalata a Ronaldo, Recoba, Adriano e Ibra. Lì ho capito cosa significava e quella cosa mi è rimasta per sempre dentro. È inarrivabile, come persona e come tutto. Quella moneta ce l’ho ancora oggi".
TORNARE IN ITALIA - "Difficile".
NAPOLI - "Mi avreste visto bene? Ditelo a De Laurentiis, se non fosse per lui sarei a Napoli da dieci anni: sono innamorato di Napoli, ci avrei giocato sempre. Ci è nata mia figlia, lo dicevo a Raiola che mi sarebbe piaciuto giocarci".