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    Iniesta: 'Soffro con Xavi, Yamal e Cubarsí non possono trascinare il Barcellona col Napoli'

    Iniesta: 'Soffro con Xavi, Yamal e Cubarsí non possono trascinare il Barcellona col Napoli'

    Andres Iniesta dice la sua su Barcellona-Napoli in Champions League. Il centrocampista spagnolo, 40 anni il prossimo 11 maggio, ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Il Napoli è un avversario che non ho mai affrontato in una partita ufficiale, curioso. È una sfida complicata, aperta, difficile indicare un favorito. All'andata il Barça ha fatto bene, ma non ha vinto. E il Napoli in queste tre settimane è migliorato, ha avuto sensazioni più positive legate al cambio di allenatore mentre Xavi ha perso due importanti come Pedri e De Jong. Ora gioca in casa e la cosa a mio avviso pesa, anche se Montjuic non è il Camp Nou, questo è evidente. Entrambi i club sono campioni nei rispettivi campionati, e in difficoltà. Ho fiducia nel passaggio del Barça, ma non sarà facile perché il contesto è particolare, un'eventuale eliminazione sarebbe pesantissima e la cosa non aiuta, la pressione è grande. Montjuic non piace ai tifosi del Barça. Non so da cosa dipenda: geografia, clima, abitudine, ma è un aspetto che complica le cose per il Barça. Spero che col Napoli si ricrei magicamente un ambiente simile a quello del Camp Nou". 

    XAVI - "Soffro con lui. Come tifoso e come amico. Perché so quanto ci teneva ad allenare il Barça e quanto ha a cuore questo club. Ci ha messo una passione incredibile e nessuno più di lui vuole che le cose vadano bene. E non per se stesso o per gloria personale, ma per il club che ama. È evidente che se ha deciso di dare le dimissioni è solo per il bene del Barça. Mi piacerebbe allenarlo? Idealmente sì, ma è qualcosa di molto lontano. Sto ancora giocando e non ho nemmeno il patentino. Lo prenderò, così come quello da d.s., poi si vedrà". 

    YAMAL E CUBARSI - "Per un verso è eccezionale che ragazzi così giovani arrivino in prima squadra e giochino tanto bene. Dall'altro penso che queste cose sono sempre figlie di un contesto puntuale. Io iniziai a giocare e la mia presenza mandava in panchina Riquelme. La squadra era in crisi, Van Gaal cercava soluzioni e la cantera del Barça le ha sempre offerte. Oggi è una situazione simile. In mezzo c'è l'esempio di Guardiola, che diede fiducia a Pedro e Busquets inserendoli però in un contesto più positivo, non legato a necessità pressanti. Rovescio della medaglia: non penso che giocatori tanto giovani debbano tirare un carro tanto impegnativo come quello del Barça. E poi bisogna fare attenzione: quando è esploso Pedri gli hanno fatto fare il record di partite stagionali tra Liga, Europeo e Olimpiadi. E ha iniziato a farsi male. È molto difficile gestire queste cose tra la necessità di una squadra e la voglia di un ragazzo". 

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