
Ingaggio, leadership e lo stallo con la Juventus: Rabiot-Milan, i pro e i contro
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Il MILAN CI PROVA - Il club di Via Aldo Rossi ha effettuato un sondaggio esplorativo con la madre-agente del giocatore, Veronique: al momento, secondo le ultime indiscrezioni, le condizioni richieste dall'entourage sono ritenute alte, ma uno spiraglio può aprirsi non appena terminerà la vetrina del campionato europeo. Il 29enne, ricordiamo, sul piatto ha un’offerta già importante da parte del capo dell’area sportiva della Vecchia Signora Cristiano Giuntoli.
L’OFFERTA DELLA JUVE - La Juventus ha proposto a Rabiot un rinnovo contrattuale dalla durata di due anni, con un ingaggio pari a 7,5 milioni di euro a stagione, ammortizzabili grazie ai vantaggi del Decreto Crescita (che sarebbero confermati anche in caso di firma post 30 giugno, dato che farebbe fede l'anno fiscale 2024 che è iniziato in Italia). Spetterà ai rossoneri comprendere se pareggiare o superare tale offerta, con Rabiot – che ha incontrato la madre Veronique per parlare del proprio futuro - che prenderà una posizione definitiva nelle prossime settimane.
INNESTO NECESSARIO – Non è una novità che il Milan abbia la necessità di rinforzarsi nella zona nevralgica del campo. Un innesto, in questo mercato estivo, è altamente probabile, anche se tanto dipenderà dalle valutazioni sulle altre pedine che, in questo momento, fanno parte della rosa rossonera, come Yacine Adli e Tommaso Pobega, giudicati non incedibili. Inoltre, la squadra mercato di Via Aldo Rossi composta da Furlani, Moncada e D’Ottavio ritiene indispensabile dotarsi di un giocatore dinamico che sappia adattarsi a giocare sia in un centrocampo a due che in una mediana a 3. Idee, pensieri che hanno dirottato le attenzioni della triade dirigenziale verso profili come come Youssouf Fofana del Monaco, Mats Wieffer del Feyenoord, Pierre-Emile Hojbjerg del Tottenham, André Trindade del Fluminense (SCOPRI CHI E’ IL CENTROCAMPISTA CHE PASSA MEGLIO DI KROOS) e, infine, Adrien Rabiot della Juventus. Ma perché – e perché no - può essere un affare per il Milan?
COSA SERVE PER TRATTARE - Ricordiamo che, per dare vita a una vera e propria trattativa, il Milan deve almeno pareggiare l’offerta della Juventus: contratto biennale da 7,5 milioni di euro netti annui. Offrire due anni con opzione o direttamente un triennale può essere una chiave da giocarsi. Ma sarebbe un affare, considerando un arrivo a parametro zero?
RABIOT, PERCHE’ SI’ – Il francese ex Paris Saint-Germain sarebbe, senz’ombra di dubbio, un innesto importante per la mediana rossonera. Rabiot sarebbe un innesto di qualità e personalità indiscussa, che porterebbe grande esperienza (vista la conoscenza del nostro campionato, dati i 5 anni vissuti a Torino dal 2019 a oggi) al reparto rossonero e quelle doti naturali da leader che tanto servono a una squadra che vuole tornare a giocarsi lo Scudetto in Italia, oltre che tornare competitivi in Europa, con la vetrina della nuova Champions League. Rabiot, nel pieno della sua maturità calcistica a 29 anni, date le sue qualità tecnico-tattiche e alla sua adattabilità, sarebbe un rinforzo perfetto per Paulo Fonseca, garantendo grande dinamismo e compattezza in fase difensiva e, allo stesso tempo, un’arma abile in ripartenza - sia palla al piede che non - e negli inserimenti in fase offensiva. Non a caso, è tra i centrocampisti più prolifici nell’ultimo quinquennio in Italia, avendo totalizzato, tra tutte le competizioni, 22 reti che si uniscono ai 15 assist registrati. Su 212 presenze totalizzate, in sostanza, il classe ‘95 segna o fa segnare ogni circa 5 partite, una dote che potrebbe far comodo a Fonseca, inserendole in un arsenale che vede già Reijnders e Loftus-Cheek non solo a disposizione, ma fondamentali nello scacchiere rossonero. Inoltre, l’inserimento in squadra non sarebbe complesso: la presenza dei connazionali Mike Maignan e Theo Hernandeez faciliterebbe le operazioni, regalando solidità, integrità (non soffre di un problema muscolare importante dall’agosto 2021) e freschezza al centrocampo del Milan.
RABIOT, PERCHE’ NO – Chiaro che, arrivare alla firma di Adrien Rabiot, significherebbe anche corrispondergli uno stipendio importante (i famosi 7,5 milioni di euro annui), rendendolo, di fatto, il giocatore più pagato della rosa del Diavolo insieme a Rafael Leao. Un’investitura di non poco conto, specialmente se ci sono giocatori come gli stessi Maignan e Hernandez che hanno già bussato alla porta per rivedere – verso l’alto – i propri ingaggi. Inoltre, va considerato il discorso riguardanti le commissioni (sì, proprio quelle che stanno frenando l’affare Zirkzee): la mamma-agente Veronique ha già dimostrato la sua esigenza economica sotto questo punto di vista – ricordate i 10 milioni di euro chiesti al Manchester United per portare il figlio in Premier League? -. Il Milan, dunque, è chiamato a risolvere un dubbio: alzare il monte ingaggi e le spese per le commissioni – accontentando anche gli altri elementi della rosa – oppure rimanere fedele alla strategia messa in atto sino a ora? Il bilancio rossonero, va sottolineato, è assolutamente sano, la società di Via Aldo Rossi ha, a più riprese, chiarito la propria politica finanziaria. L’altro fattore da non sottovalutare, in ogni caso, è la mancanza di costanza registrata – sia dal punto di vista realizzativo che prestazionale - nel corso della sua avventura a Torino, sponda bianconera: dalla sola rete al primo anno in Serie A alle 8 dello scorso anno, passando per un’annata chiusa a zero gol nella stagione ‘21/’22. Ma questo è il passato, il futuro di Rabiot si deciderà nelle prossime settimane: Juventus o Milan? Decisione attesa.