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  • Infortuni e minacce di sciopero: il calcio sull'orlo del caos. Il caso dei 'super-calciatori', otto per squadra

    Infortuni e minacce di sciopero: il calcio sull'orlo del caos. Il caso dei 'super-calciatori', otto per squadra

    • Redazione CM
    "Infortuni, stelle rotte e minacce di sciopero: il calcio sull'orlo della crisi politica": titola così Corriere.it, tracciando un'accurata analisi di uno di uno dei problemi più gravi che affliggono il calcio contemporaneo, vale a dire la crescita esponenziale di partite e tornei, con i conseguenti rischi per la salute psicofisica dei calciatori. 

    Scrive Paolo Tomaselli nella sua analisi: ci sono giocatori che stanno in campo 60-65 minuti per preservarsi. Ci sono i 5 cambi, i Gps che monitorano tutto. Staff che non trascurano il minimo aspetto medico, atletico, nutrizionale, psicologico. Allenatori come Ancelotti che lanciano la proposta delle ferie personalizzate. Le rose si allargano fino a 30 elementi anche se mediamente 8 giocatori fanno il 50% dei minuti e gli altri 22 si spartiscono l’altra metà. 

    E quel gruppo di «super-calciatori» rischia di farsi male più degli altri, come dimostra il caso di Rodri. Otto giorni fa il capitano del City evocava lo sciopero («Non siamo robot. Il punto di rottura è vicino») e domenica ha finito la sua stagione, con un’altra rottura, quella del crociato. Lo spagnolo era uno dei simboli di quel gruppo che rischia di disputare fino a 80 partite all’anno. Se è vero che le società accettano di buon grado di giocare più partite per aumentare gli incassi, il prodotto si impoverisce, accrescendo il rischio di assuefazione del pubblico. E le difficoltà di negoziare i diritti tv in Francia non fanno presagire molto di buono.

    Sabato la Fifa annuncerà gli stadi americani dove si giocherà il nuovo Mondiale per club dal 15 giugno al 13 luglio 2025, che vedrà impegnate anche Inter e Juventus, ma intanto le leghe e i sindacati europei con Italia, Francia, Spagna e Inghilterra in testa presenteranno la causa contro la Fifa per «abuso di posizione dominante». Perché il governo del calcio mondiale ha introdotto una nuova competizione senza l’accordo con le altre componenti. La replica: il calendario internazionale è stato approvato all’unanimità. 

    L'articolo prosegue con un focus su Nicolò Barella, che ieri si è fermato ai box e, secondo Corriere.it, ne avrà per 25 giorni circa. L’interista è uno dei cinque azzurri che nella scorsa stagione ha giocato attorno ai 4.500 minuti (4.478) che corrispondono a 50 partite intere anche se nel suo caso sono spalmate in 60 gare. Barella sarà di nuovo in azzurro a novembre, giocherà due partite in più di Super Champions, scenderà in campo prima di Natale e Capodanno poi volerà in Arabia per la Supercoppa. A marzo di nuovo Nazionale, a inizio giugno le finali di Nations (o le qualificazioni a Usa 2026) e poi la partenza per il Mondiale per club: nell’ipotesi che Inter e Juve arrivino in fondo, la A inizierà comunque a ferragosto e l’ipotesi che i due club possano saltare le prime 3 giornate sembra già scartata.

    "Il punto — ha detto l’interista Bastoni — è che non riusciamo a staccare. Un mese di riposo non basta: a Natale non abbiamo più la sosta, non sappiamo quando finiremo la stagione. Il calendario è folle ed è difficile reggere mentalmente".

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    Mah, parlare dello stipendio dei calciatori è una fesseria. gli stipendi vengono pagati in base a...

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