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  • Indignati per le commissioni a Raiola e Mendes? La colpa è delle società

    Indignati per le commissioni a Raiola e Mendes? La colpa è delle società

    • Pippo Russo
    In questi giorni si assiste a un dibattito surreale sull'economia malata del calciomercato italiano. All'improvviso alcune testate e i loro giornalisti sono cascati dal pero, e battendo il capino hanno finalmente avuto un'illuminazione: il calcio spende troppi soldi per commissioni e intermediazioni agli agenti. Ma pensa te! E chi l'avrebbe mai detto?

    Leggendo cotante "rivelazioni" pare d'imbattersi in un vecchio personaggio di "Avanzi" interpretato da Antonello Fassari, il compagno Antonio, quel militante comunista che si risvegliava dopo venti anni dal coma e non ritrovava più il PCI. Il medesimo spiazzamento, la stessa sensazione di scoprire l'ovvio quotidiano. E il tutto risulta ancora più bizzarro se si pensa che a stupirsi sono gli stessi soggetti da anni impegnati a zerbinarsi verso quegli stessi agenti, sia nelle redazioni che nei salotti televisivi.

    Purtroppo a tutti costoro dobbiamo dare una notizia spiacevole: battere il capo cascando dal pero non vi è stato sufficiente per vedere la situazione in tutta la sua chiarezza. Continuate a essere orbi da un occhio, perciò vedete soltanto una parte della questione. Ve la prendete con gli agenti-squali (almeno fino alla prossima intervista con massaggio di papille gustative, va da sé), ma dimenticate che questi squali non sono ordinari predatori da mare aperto. Piuttosto, vengono abbondantemente pasciuti da mani generose. E a chi appartengono quelle mani?

    Ecco l'interrogativo che i signorini assisi all'ombra del pero, nonché illuminati d'un occhio solo, non si pongono e forse disdegnano pure. Giocano tutti a fare gli indignati per le super-commissioni intascate da Mino Raiola, e per il suo stile da bulldozer nella conduzione delle trattative. Ma dimenticano che Mino Raiola è soltanto l'espressione più eclatante di un fenomeno generalizzato. E che quel fenomeno mai sarebbe partito se non lo avessero consentito i presidenti di club, e gli amministratori delegati, e i direttori generali, e i direttori sportivi.

    Cioè tutti i dirigenti che coi Mino Raiola (e coi Jorge Mendes, coi Pini Zahavi, coi Kia Joorabchian, coi Jonathan Barnett) continuano a chiudere affari e a accordare loro cifre indecenti. Chi, nella Juventus, ha deciso di sganciare a Mino Raiola "almeno" 25 milioni sulla cessione di Pogba? Se costui si fosse rifiutato di farlo, non staremmo a parlare di scandalose cifre. E allo stesso modo, chi nell'Inter ha deciso di pagare 8 milioni di commissioni agli amici di Kia Joorabchian per le acquisizioni di Gabigol e João Mário? E chi ha obbligato la Fiorentina a spendere oltre 23 milioni in commissioni fra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2016? E ancora, guardando a affari realizzati su cifre meno eclatanti, chi ha obbligato la Roma a pagare 3,1 milioni d'intermediazioni sull'acquisizione di tal Nemanja Radonijc, il cui costo di acquisizione è stato 1,040 milioni?

    La lista potrebbe essere estesa fino a domattina. Meglio rivolgersi all'Allegra Brigata Sotto il Pero e sollecitarla a aprire l'altro occhio. Per poi fare le domande giuste, alle persone giuste. Cioè a presidenti, amministratori delegati, direttori generali e sportivi. E chiedere loro perché mai siano disponibili a pagare cifre così esagerate, e se li costringa qualcuno e qualcosa o piuttosto si tratti d'una "scelta aziendale", e se per caso non siano proprio loro a trasformare in squali dei personaggi che di loro sarebbero rimasti merluzzi. Sono sicuro che, una volta illuminata in toto, l'Allegra Brigata Sotto il Pero partirà alla carica con domande incalzanti ai veri responsabili. Perciò mi metto in un angolo e attendo fiducioso.

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