Super Milan, capolavoro di Allegri (e di Galliani che l'ha salvato da Berlusconi)
Quarantuno punti in 19 partite, Lazio scavalcata, terzo posto solitario a 5 lunghezze dal Napoli secondo in classifica. Tenera è la notte del Milan di Allegri, la cui rimonta ha del sensazionale considerato che cosa fosse la squadra alla fine dell'estate scorsa, durante la quale fra panzane, facezie e bugie propalate in quantità industriale dai piani alti della società, la missione affidata al tecnico sembrava impossibile.
Invece, il signore di Livorno sta firmando la stagione più bella ed esaltante della sua carriera. Addirittura più preziosa di quella che lo vide diventare subito campione d'Italia, al primo tentativo con i rossoneri. Perchè, stavolta, Allegri si è superato ricostruendo dalle fondamenta la squadra che non c'era più, dandole un gioco e un'anima, trasmettendole una fiducia in se stessa tanto forte da consentirle di impartire una severa lezione al Barcellona, preparandosi a concedere il bis.
La vittoria sulla Lazio, oltre a ribadire la mediocrità tecnica di buona parte degli arbitri taliani (Rizzoli doveva ammonire e non espellere Candreva al 16', c'era un fallo di El Shaarawy in occasie del primo gol rossonero), ha confermato la qualità del gioco milanista, sportivamente elogiata anche Petkovic.
Pazzini ha raggiunto quota 12 gol in una stagiojne che promette di regalargli molte altre soddisfazioni; De Sciglio è stato protagonista di un'altra prova brillante; El Shaarawy, quando non segna, fa segnare. Boateng sta tornano quello dello scudetto. E tutto questo, stasera, senza Balotelli.
La bravura di Allegri risiede anche nell'impermeabilità alle critiche, spesso ingiuste e strampalate che, sin dall'inizio della stagione, l'hanno visto bersagliato dal fuoco amico di Berlusconi.
Da quel "non capisce nulla" (eufemismo) proferito in dialetto veneto, in località Campodarsego (Padova) prima del Barcellona e accompagnato dall'esortazione a fare ciò che diceva il presidente, pena licenziamento, all'ordine di marcare a uomo Messi, fortunatamente rimasto inascoltato. E, risalendo a ritroso le cronache di Milanello 2012-2013, come non ricordare gli avvertimenti via tv al tecnico ("Il futuro di Allegri? Altra domanda?) o le battute su Guardiola ("Chi non vorrebbe Guardiola? Ci proveremo anche noi, ma gli inglesi sono favoriti". Infatti. Pep è andato al Bayern).
La fortuna di Allegri e del Milan si chiama anche Galliani, lo Scudo Umano che l'ha salvato da Berlusconi, più volte sul punto di cacciare l'allenatore fra settembre, ottobre e novembre e sempre convinto a fare retromarcia dal suo Numero Due. Che, in realtà, di questo Milan è il vero Numero Uno. Anche se ad Arcore è meglio che non lo sappiano.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com