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    In Serie B i meriti del campo non contano: Balata si dimetta. Il Foggia ha più diritti del Perugia

    In Serie B i meriti del campo non contano: Balata si dimetta. Il Foggia ha più diritti del Perugia

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Nell’intricato caso della Serie B - due retrocesse al momento ripescate, una neopromossa bocciata per un ritardo nell’indicazione dello stadio, un’altra squadra esclusa per pagamenti effettuati fuori tempo massimo - non è clamorosa solo la questione in sé, ma piuttosto che i meriti acquisiti sul campo valgano poco o nulla.

    Il Lecco ha vinto quella splendida e inesorabile maratona che si chiama play off giocando a calcio e sudando tutto il dovuto, ma gli azzeccarbugli del Collegio di Garanzia presso il Coni dicono che il club non ha rispettato i tempi per la documentazione sull’impianto di gioco (l’Euganeo di Padova) e quindi, al momento, salva il Perugia (retrocesso non senza qualche ombra, come da inchiesta, nell’ultima partita) e butta fuori i lombardi. Detto che siamo di fronte ad un’ingiustizia di proporzioni cosmiche, perché non premiare allora il Foggia che, dati alla mano, è stata la seconda squadra a meritare la promozione, visto che ha perso la finale play-off con il Lecco?

    Cosa c’entra il Perugia che, dal punto di vista tecnico, è una squadra che, sul campo, è retrocessa, esattamente come il Brescia? E’ ovvio che nei criteri stabiliti dalla Federcalcio per i ripescaggi qualcosa non funziona e che neppure una Serie B a ventuno o ventidue squadre sanerebbe una situazione incancrenita dall’intransigenza della Lega di serie B, guidata da Mauro Balata. Nonostante una X al posto di Reggina o Brescia, la data di avvio del campionato è stata santificata (19 agosto) e il calendario stilato, ma Balata deve avere fatto male i conti o aver ritenuto che i gradi di giudizio fossero solo due. Invece, oltre al Collegio di Garanzia presso il Coni, ci sarà il Tar (2 agosto) e certamente il Consiglio di Stato (29 agosto).

    A questo punto, se esistesse un minimo di rigore e di decoro, Balata si dovrebbe dimettere per avere sbagliato i calcoli e, assai probabilmente, per dover cambiare il format, mentre Federcalcio e Coni dovrebbero avviare subito la riforma della giustizia sportiva. Sempre meno giustizia e sempre più politica. Sì, perché bisognerebbe comprendere, chi o che cosa ha più potere del Consiglio Federale se è vero, come è vero, che il Lecco, promosso sul campo il 18 giugno, è stato riammesso, dopo la mancata iscrizione, il 7 luglio proprio dal sinedrio presieduto da Gabriele Gravina.

    Quali sono le forze che spingono per la riammissione del Brescia e del Perugia a detrimento di Reggina e Lecco? Neppure il Coni, pur non avendo nulla a che fare con il Collegio di Garanzia (Malagò ha più volte spiegato che si tratta di un organo ospitato dal Coni, ma che agisce in completa autonomia), può ritenersi estraneo a questa vicenda. Forse, e dico forse, il presidente Malagò dovrà astenersi da qualsiasi decisione, ma potrebbe ricorrere alla moral suasion (la revisione di alcune decisioni) esattamente come la svolge il presidente della Repubblica. In tutti i casi, la questione lascerà sul campo qualche vittima. Da come se ne scrive, la Reggina non avrebbe scampo (ma allora perché ha disputato l’intero campionato precedente?) e l’unica soluzione che accontenterebbe quasi tutti sarebbe la B a 21. Cioè dieci partite a turno e una squadra che riposa. Si è già visto, per carità, ma è un’idea degna di un torneo canicolare, non del secondo campionato d’Italia.      

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