Getty Images
In Polonia è bufera sull'arbitro antisemita
A segnalare il fatto è stata l'associazione Never Again, impegnata in una campagna per l'espulsione della violenza e del razzismo dagli stadi. Nel quadro di tale campagna l'associazione ha inviato un questionario via mail a una platea di soggetti molti fra i quali anche molti appartenenti al mondo del calcio. E fra i destinatari c'era l'arbitro Araszkiewicz da Poznán. Che però ha replicato a modo suo, con una mail datata 5 ottobre i cui contenuti sono stati resi noti pochi giorni fa. L'arbitro ha risposto alla mail dell'associazione dapprima affermando di non avere mai assistito, negli stadi, a manifestazioni di razzismo e antisemitismo. Il che è già cosa altamente improbabile. Quindi è venuto fuori al naturale con le proprie idee in tema di antisemitismo.
Ha definito l'iniziativa di Never Again “soltanto un'altra sciocchezza inventata dai centri ebraici, chissà per quale scopo”, per poi piazzare l'affondo deciso: “Gli ebrei non sono il popolo eletto, nonostante il loro eterno orgoglio... E rendere i polacchi antisemiti e parlare dei campi di concentramento polacchi è la più grande stronzata... da parte degli ebrei nel dopoguerra”.
Avrebbe potuto limitarsi a non rispondere al questionario. E invece è andato a cercare lo scontro. Consapevole di ciò che avrebbe potuto provocare.
La mail di Araszkiewicz è stata immediatamente segnalata alla federcalcio polacca, da cui però non sarebbe giunta risposta. Per questo essa è stata successivamente inoltrata alla Fifa, che adesso dovrà valutare cosa fare. Di sicuro l'episodio è allarmante, né lo si può sminuire affermando che si tratti di un comportamento personale. Perché se un personaggio pubblico come un arbitro del massimo livello si sente autorizzato a esprimere opinioni di questo genere, significa che sente di esprimere una sensibilità non soltanto propria. E questo è l'aspetto più allarmante dell'intera vicenda.
@pippoevai