In Copertina - Gabbia ha scritto un pezzo di storia del Milan, il riscatto di chi non ha mai smesso di crederci
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Albert Gudmundsson,con la sua doppietta decisiva contro la Lazio, sembrava essersi guadagnato a pieno titolo la nostra copertina della settimana. E così sarebbe stato se, al minuto 89 del derby di Milano, Matteo Gabbia non avesse deciso di prendersi, non solo la copertina, ma anche il derby e l'abbraccio dell'intera Milano rossonera.
Il suo goal è arrivato quando anche molti tifosi del Milan si erano ormai "rassegnati" all'idea di portare a casa un pareggio per il quale al fischio d'inizio avrebbero probabilmente firmato, ma che al minuto 89 iniziava a stare stretto per quanto fatto vedere in campo dai ragazzi di Fonseca.
E invece, proprio lui, Matteo da Busto Arsizio, si è tolto quella che fin qui è probabilmente una delle soddisfazioni più grandi della sua carriera, seconda solo - forse - a quella ottenuta nel giorno in cui ha capito di essersi ripreso il Milan e di poterne fare parte davvero. Perché nell'estate dello scorso anno, quando il club aveva deciso di cederlo in prestito al Villarreal, per molti quello era da considerare soltanto il primo passo verso un graduale addio al club rossonero. E invece, tra lo scetticismo generale, Gabbia ha fatto ritorno alla casa madre dopo appena pochi mesi di Liga (non certo indimenticabili) con il compito di colmare il vuoto lasciato dai tanti infortuni che avevano decimato la retroguardia di Pioli. Ma poi, partita dopo partita, Gabbia ha dimostrato di poter far parte a pieno titolo della squadra rossonera e nemmeno l'arrivo di Pavlovic, difensore parso fin qui assolutamente affidabile, lo ha privato della maglia da titolare nel derby, il terzo giocato dal primo minuto.
Stavolta, però, a differenza degli altri due, è stato il Milan ad uscirne vincitore grazie anche - forse soprattutto - alla prestazione del 24enne difensore. Un derby giocato benissimo, con attenzione, grinta e concentrazione, seppur con di fronte il duo offensivo probabilmente più temibile della Serie A. Lautaro e Thuram, però, hanno trovato respiro soltanto transitando dalle parti di Tomori, se non addirittura allargandosi verso gli esterni, perché lui - lì in mezzo - Gabbia non perdeva un duello. E il duello (con Frattesi) non lo ha perso nemmeno nell'area avversaria, quando sul cross telecomandato di Reijnders ha scagliato in rete tutta la sua passione per il rosso e il nero, la sua passione per il Milan, per quei colori che da sempre ama e per i quali, adesso, ha scritto un indelebile pezzo di storia. A San Siro. Sotto la Curva Sud. In un derby. Cosa desiderare di più?