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  • “In ambulanza in 4 minuti e la rianimazione a bordo, così abbiamo salvato Bove”

    “In ambulanza in 4 minuti e la rianimazione a bordo, così abbiamo salvato Bove”

    • Redazione CM
    Parole chiare, significative. Che raccontano il momento, che spiegano quello che è successo, che fanno capire quanto, in situazioni difficili, sia indispensabile mantenere la calma.  E' Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza Militare, l’associazione di volontariato che domenica si occupava dell’emergenza sanitaria allo stadio per conto della Fiorentina a raccontare a Repubblica i minuti che hanno salvato Edoardo Bove: "Intorno, erano tutti agitati. Noi abbiamo lavorato tranquilli, sapevamo cosa fare. Non bisogna farsi prendere dall'emotività. Sono passati 30 secondi dalla caduta del calciatore al nostro arrivo". 

    COME FUNZIONA - Altri dettagli, che servono a comprendere. "Al Franchi avevamo due squadre, una con il medico e due soccorritori, l’altra con tre soccorritori - racconta Ghini, che ha seguito le operazioni da remoto -. Appena il dottore è arrivato dal calciatore ha preso i parametri vitali, valutato lo stato di coscienza, la respirazione e il battito cardiaco. Ha deciso immediatamente, insieme ai sanitari della Fiorentina, che era necessario partire subito per l’ospedale. In 4 minuti Edoardo era già sull’ambulanza”.

    IN AMBULANZA -Lo abbiamo rianimato, il defibrillatore semiautomatico si è attivato per ristabilire il giusto ritmo del cuore. Il trattamento è andato avanti per tutto il tragitto. All’arrivo in ospedale il medico ha riferito quanto accaduto e tutto quello che era stato fatto dalla sua squadra”. Il cuore del calciatore, a quel punto, inizia a battere autonomamente e lui respira da solo. “Passata la prima barriera di filtraggio dentro al pronto soccorso, Bove è arrivato nella sala rossa”. Sono trascorsi appena 13 minuti dal malore e finalmente anestesisti e medici di urgenza possono intervenire, in particolare a risolvere lo stato di agitazione del calciatore, tipico di chi è stato rianimato.

    PERCHE' NON E' ENTRATA L'AMBULANZA - "Esiste un piano operativo di emergenza dove è previsto proprio che l’ambulanza non entri in campo. In situazioni così critiche bisogna evitare qualunque rischio di rallentamento e il mezzo a causa del peso può rimanere bloccato sull’erba. Meglio portarsi l’attrezzatura di soccorso nello zaino, come è stato fatto, eseguire i primi controlli sul paziente e poi portarlo sull’ambulanza”.

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    Utente vxl 28408
    Utente vxl 28408

    Ma che rimanere bloccata, ma stai scherzando? Per rischiare di rimanere bloccata doveva aver piov...

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