Il WWF contro lo stadio del Milan a San Donato: scontro in Tribunale
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SI VA IN TRIBUNALE - Secondo quanto riferito dall'edizione odierna de Il Giornale, è stata presentata al Tribunale Civile di Milano un'istanza di WWF Martesana contro Sportlifecity, la società controllata dal Milan e proprietaria dell'area, sull'area verde su cui dovrebbe sorgere il nuovo impianto dei rossoneri. L'obiezione principale mossa dal contenzioso è: "Non potete toccare il bosco dove volete fare lo stadio del Milan".
GLI AMBIENTALISTI SI OPPONGONO - La giudice Serena Nicotra si è riservata di decidere dopo la discussione tra le parti, avvenuta nei giorni scorsi e nata dal ricorso degli ambientalisti. Questi chiedono al Tribunale un "accertamento tecnico preventivo" per valutare se, come ritengono, la "zona umida sede di grande biodiversità", ricca tra l'altro di uccelli acquatici, volpi e ricci, possa tecnicamente essere considerata un "bosco" e quindi sottoposto alle tutele del caso.
SPORTLIFECITY NEGA - Durante il lungo confronto in aula i legali di Sportlifecity hanno negato questa qualifica, sostenendo che sono presenti solo alcuni "esemplari arborei", quindi non un bosco vero e proprio, e che vada esclusa per l'intera area l'esistenza di un interesse naturalistico.
I rappresentanti di Sportlifecity hanno detto in sostanza: "Ci siamo limitati a fare delle pulizie nell’area e a mettere una recinzione". In una lettera inviata al Comune di San Donato a giugno, peraltro, sostenevano di avere ricevuto dalla Polizia la richiesta di rimuovere i rifiuti e la vegetazione a basso fusto, attività questa che dovrebbe terminare entro fine novembre.
PROBLEMA TEMPISTICA - Proprio la tempistica, si legge, viene ritenuta "sospetta" dal WWF, assistito dall'avvocato Veronica Dini la quale, nel suo intervento, si è chiesta come mai ci voglia tutto questo tempo per una banale pulizia. Ha evidenziato inoltre che proprio quella lettera sarebbe indicativa della volontà di tagliare gli alberi nonostante la società lo neghi.
Il WWF ha fatto presente che potrebbe rinunciare all'accertamento tecnico preventivo se Sportlifecity assicurasse di non toccare il bosco finché non avrà un "titolo edilizio adeguato", ovvero la certezza che lo stadio si farà. La giudice è chiamata a esprimersi anche sulla richiesta di Sportlifecity di mandare gli atti al Tar.
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