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Il triplo salto mortale di Amorim: lo Sporting ha sbandato, lo United "rischia di retrocedere". E la sua carriera?
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TRITACARNE - Perché questo è il Manchester United: un club glorioso, uno dei più gloriosi al mondo, ma è proprio da questa gloria che derivano delle pressioni quasi insostenibili per uno spogliatoio esasperato dal fallimento prolungato del progetto di Ten Hag. E attenzione: non è che il manager olandese sia uno sprovveduto. Ma esattamente come sta succedendo ad Amorim, ha pagato il salto da una realtà in cui tutto girava a meraviglia ad una da plasmare a propria immagine e somiglianza partendo da altre basi. Molto semplicemente: non c'è tempo, non c'è la pazienza. E non c'è lo spazio per muoversi nella direzione giusta.
CHE FATICA - Gli errori continuano a rincorrersi, sia quelli individuali, come l'ennesimo di Onana che ha soffocato le speranze di rimonta nell'ultima sconfitta contro il Brighton, sia quelli di squadra. I casi spuntano come funghi: Quello di Garnacho è rientrato (parzialmente), ma Rashford è stato messo fuori squadra e Zirkzee, fortemente voluto da Ten Hag per oltre 40 milioni, adesso fa la spola tra il campo e la panchina, accompagnato dai fischi di un popolo che non accetta il ridimensionamento al quale viene sottoposto da anni. Lo score di Amorim è avvilente: 6 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte. Delle sei vittorie, però, due sono arrivate in Europa League contro Bodo/Glimt e Viktoria Plzen, e una ai rigori in FA Cup contro l'Arsenal. Stringiamo il cerchio alla Premier League? Abbiamo 3 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte. I pochi spiragli di luce sono il successo nel derby di Manchester contro il City in piena crisi, l'esplosione di Amad Diallo e il pari strappato ad Anfield al Liverpool. Ma è troppo poco.
RISCHIO RETROCESSIONE - E si badi bene: non è un'iperbole. L'ha detto lo stesso Amorim: "Penso che la retrocessione sia una possibilità e dobbiamo essere chiari con i nostri tifosi. Dobbiamo cambiare qualcosa ma questa stagione sarà davvero difficile per tutti. Può anche renderci più forti, per questo dobbiamo combattere". Questo dopo il ko contro il Newcastle di qualche giorno fa. Invece oggi, post 1-3 col Brighton: "Siamo con ogni probabilità la peggiore squadra della storia del Manchester United, dobbiamo rendercene conto e lavorare per cambiare le cose". Non proprio quello che ci si aspettava da chi stava dominando il campionato portoghese da detentore del titolo, con 33 punti su 33 disponibili fino al momento dell'addio.
LEOES ORFANI - Già, ma lo Sporting? Vistosi letteralmente spogliato a suon di milioni - 11 - del suo allenatore, il club della Capitale lusitana ha affidato la panchina al tecnico della seconda squadra Joao Pereira, in nome della continuità tecnica. Risultato: 8 partite, 3 vittorie (due in coppa), un pareggio e 4 sconfitte consecutive che hanno consentito al Benfica di rimontare in classifica. Uno scompenso clamoroso creato dall'addio di Amorim, che ha portato i Leoes biancoverdi a una decisione drastica quanto provvidenziale: imitare lo United e andare a prendere con la forza del denaro il miglior allenatore con clausola sulla piazza, ovvero Rui Borges del Vitoria SC. Con Borges la classifica è stata raddrizzata, ma la sbandata post terremoto Amorim rimane ed è quella, a conti fatti, che al momento tiene aperta la Liga.
TRIPLO EFFETTO NEGATIVO - Non solo, dunque, Amorim non sta portando alcun risultato, rispetto a Ten Hag, al Manchester United. Né, del resto, può fare troppo affidamento sul mercato di gennaio, visti i problemi col Fair Play Finanziario che impone ai Red Devils e non solo un'uscita di pari livello per ogni entrata. La sua scelta ha anche arrecato danni al suo vecchio club. Ma non è finita qui. Se, infatti, il tecnico non riuscirà a trovare il bandolo della matassa, impresa che ha visto fallire chiunque, in maniera più o meno disastrosa, da Moyes a Solskjaer passando anche per Mourinho per quelle che erano le aspettative, tutta la sua carriera ne uscirà compromessa. Una propagazione di effetti negativi che può ancora essere invertita: Amorim dovrà dimostrare di avere veramente qualcosa di speciale addosso.
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