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Immobile come Cerci: Toro, è una dipendenza
Immobile ha preso per mano i compagni e, con un rigore conquistato, due reti segnate e un autogol propiziato, ha ridato un po’ di ossigeno in termini di classifica e un po’ di morale ad un ambiente infelice per gli ultimi risultati. L’attaccante si è fatto perdonare: tra Sampdoria e Chievo Verona, infatti, si era divorato almeno tre occasioni clamorose, che avrebbero potuto rilanciare ulteriormente i granata in graduatoria. Ha ritrovato il gol su azione, che mancava da fine dicembre quando ancora vestiva la maglia del Siviglia, ed è tornato ad esprimersi ai livelli che conoscevano i tifosi del Toro. I numeri e le statistiche dicono che Immobile è un trascinatore: su undici gol segnati da quando è tornato sotto la Mole, sette portano la sua firma, che siano realizzati o propiziati. Tre gol e quattro assist, uno score importante per questo suo primo mese in granata, che lo rendono protagonista in oltre il 60% delle reti dei granata nelle ultime sette partite.
Ma se il Toro è “Immobile-dipendente”, è altrettanto vero il contrario. Il bomber campano vuole a tutti costi guadagnarsi un posto per l’Europeo, e solo attraverso il club granata può riuscirci. Qui ha ritrovato un ambiente che lo coccola come un figlio, tanto da andare ad aspettarlo in piena notte a Caselle in un giorno lavorativo, e soprattutto un mister che sa come farlo rendere al meglio. Giampiero Ventura lo ha posizionato largo, un po’ in stile Cerci nella stagione 2013/2014, e i risultati si vedono. L’intesa con Belotti migliora partita dopo partita, e pian piano sta ritrovando una condizione fisica ottimale. Ci sono ancora tredici gare di campionato per convincere il ct della Nazionale Antonio Conte a portarlo in Francia: di questo passo, Immobile potrebbe centrare il suo obiettivo. E il Toro, con i suoi gol, potrebbe agguantare una posizione di classifica più nobile rispetto a quella occupata in questo momento.
Emanuele Pastorella