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    Il solito Mou, non ha rovinato Roma-Atalanta. Gara da Premier che però non serve a nessuno

    Il solito Mou, non ha rovinato Roma-Atalanta. Gara da Premier che però non serve a nessuno

    • Alberto Polverosi
    L’ultima partita dell’ultima giornata del girone d’andata è stata la più bella. Per ritmo e intensità è sembrata una partita da Premier League, piena di giocate, di emozioni, di scontri, ma alla fine corretta, con una ventina di occasioni, con due gol, otto ammonizioni, un’espulsione (quella di Mourinho nel finale), un rigore, qualche errore (anche dell’arbitro) e alcune perle dei giocatori più tecnici, Dybala da una parte, Miranchuk dall’altra. L’uno a uno finale però serve poco sia all’Atalanta, che resta a -3 dal quarto posto occupato dalla Fiorentina e a -2 dal Bologna, sia alla Roma che è stata scavalcata dalla Lazio proprio nella settimana che porta al derby di Coppa Italia.

    LA MOSSA DI GASPERINI - Miranchuk è stato la mossa a sorpresa di Gasperini. Lo aveva visto bene in Coppa Italia e lo ha spedito in campo da titolare all’Olimpico, accanto a De Ketelaere, per togliere ogni riferimento (come non sarebbe stato possibile con un centravanti come Scamacca) e smuovere la difesa piuttosto statica dei giallorossi. Il russo si allargava di continuo sulla fascia destra, attirando Llorente fuori dalla linea e creando così diverse difficoltà alla Roma. Il gol è nato così, con un attacco micidiale di Miranchuk sulla corsia di destra, Llorente saltato sullo spunto, cross pennellato sul secondo palo, stacco notevole di Koopmeiners (su Karsdorp) e Atalanta in vantaggio. Erano passati appena 7 minuti e da quel momento la partita si è impennata, per ritmo, intensità e anche qualità.

    POCA TATTICA - Roma e Atalanta hanno preso ad attaccarsi a viso aperto, senza particolari accorgimenti sul piano tattico, esponendo le rispettive difese alle ripartenze dell’avversario. Due occasioni giallorosse in sequenza (paratone di Carnesecchi su Lukaku e Ederson, a un passo dall’autorete), palla-gol dell’Atalanta (prodezza di Rui Patricio su De Ketelaere), altre due possibilità per la Roma con Bove e Karsdorp, a porta vuota, respinta sulla linea di Dijmsiti.

    IL RIGORE DI PAULO - Ma su quest’ultima azione il Var ha risolto un dubbio: l’entrataccia sbagliata, rude e dannosa di Ruggeri, a tacchetti sguainati, sulla coscia di Karsdorp. Richiamato da Di Paolo davanti al monitor, Aureliano ha fischiato il rigore che Dybala ha trasformato nell’uno a uno: ottavo rigore segnato su otto calciati nella Roma dalla scorsa stagione. Siccome Koopmeiners prima dell’esecuzione aveva spostato il pallone dal dischetto per innervosire l’argentino, rientrando a metà campo dopo aver segnato Dybala gliel’ha tirato addosso, ma senza violenza, come dire “visto, ho fatto gol lo stesso...“. Per capire l’importanza di Paulo nella Roma basta questo dato: in Serie A nessun giocatore ha preso parte a più reti da inizio ottobre, sono 9, con 3 reti e 6 assist, sulla stessa cifra solo il genoano Gudmundsson. Nemmeno sull’uno a uno la partita si è placata, anzi. Altra occasione dei bergamaschi con Holm e poi dei romanisti con Dybala. Nell’ultimo dei 6' di recupero è rimasto un dubbio pesante: intervento duro di Kolasinac su Dybala pochi metri fuori area, sembrava fallo e giallo per l’atalantino, ma Aureliano ha deciso che non era niente. Mourinho, ovviamente, si è imbufalito, e ha preso il giallo.

    CON SCAMACCA - Nell’intervallo Gasperini ha tolto De Ketelaere (un’occasione e basta) per mettere Scamacca e Mourinho ha fatto debuttare il giovane ex juventino Huijsen (esordio promettente) al posto del frastornato Llorente. La partita non è cambiata, il ritmo è rimasto alto, Roma e Atalanta hanno continuato a creare un’occasione dietro l’altra e quelle dei giallorossi sono state risolte da un paio di prodezze di Carnesecchi. Nemmeno la stanchezza, affiorata intorno al 70', ha suggerito alle due squadre di risparmiarsi e nel finale la squadra di Mourinho ha avuto più di una possibilità per la rimonta finale, ma Lukaku non ha avuto fortuna. C’è stato il tempo per un altro debutto, quello dell’ex veronese Hien nell’Atalanta e nei minuti di recupero, secondo costume consolidato Mourinho si è scatenato davanti alla sua panchina per un fallo non fischiato a Lukaku. Aureliano lo ha espulso direttamente.
     

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