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Il 'salto triplo' della Lazio ancora all'ultimo: Sarri non ruba nulla, ma ora deve ritrovare Immobile
PRIMO TIRO - Forse temendo l’ambiente caldo, la Lazio dà inizialmente l’impressione di voler lasciare sfogare i padroni di casa, perché nei primi 10’ si limita a controllare le iniziative del Celtic senza superare la metà campo. E siccome lo fa bene grazie al grande lavoro di copertura di Vecino e Kamada, la partita non decolla con poco ritmo e nessuna emozione. Improvvisamente, però, al primo tiro, gli uomini di Rodgers passano in vantaggio, dopo una spettacolare triangolazione avviata dal giapponese Maeda che libera il suo connazionale Furuhashi, bravo a battere l’incolpevole Provedel con un bel diagonale di destro. Merito suo, ma anche colpa dei due difensori centrali biancocelesti Romagnoli e Patric che concedono troppa libertà agli avversari.
SECONDO TIRO - Colpita, ma non ancora affondata, la Lazio è costretta a cambiare marcia, anche se fatica a smarcare Immobile che vaga da solo al centro dell’attacco tra Felipe Anderson e Zaccagni, perché i due esterni Lazzari e Hysaj non vanno mai sul fondo a crossare un pallone dalle fasce. Eppure, come improvvisamente era arrivato il vantaggio del Celtic, altrettanto improvvisamente arriva il pareggio del Lazio, anche in questo caso al suo primo tiro in porta, il secondo in assoluto della partita. Stavolta il gol non è il frutto di una bella azione in velocità, perché nasce dagli sviluppi di un calcio d’angolo battuto alla perfezione da Luis Alberto, colpito di testa prima da Romagnoli e poi da Vecino, la cui deviazione supera Hart che rinvia il pallone quando ormai ha abbondantemente superato la linea di porta.
SALVA PROVEDEL - Nemmeno il pareggio, però, rianima la Lazio che anzi dà l’impressione di accontentarsi anche se il Celtic appare tutt’altro che irresistibile. Un atteggiamento sbagliato perché la pressione, sia pure disordinata, dei padroni di casa, concede ampi spazi alla squadra di Sarri. E così, invece, di pungere in velocità con Felipe Anderson, cercando il gol del 2-1, i biancocelesti rischiano di subire quello dell’1-2 da un altro giapponese, Hatate, la cui conclusione viene respinta molto bene da Provedel. Quanto basta per convincere Sarri a togliere lo spento Felipe Anderson e stranamente Luis Alberto, che infatti non la prende bene, per inserire al loro posto Isaksen e Guendouzi. E’ soltanto un caso, però, se subito dopo il giapponese della Lazio, Kamada, prova a imitare i suoi connazionali del Celtic effettuando il secondo tiro della Lazio, bloccato senza problemi da Hart.
TURNOVER VINCENTE - Convinto che si giochi troppo, con il pensiero già rivolto alla prossima sfida di campionato contro l’Atalanta, Sarri prosegue il suo turnover ragionato che coinvolge anche il capitano Immobile, al rientro a tempo pieno, sostituito dall’argentino Castellanos. Sempre più schiacciata dal Celtic, la Lazio viene salvata dal Var che richiama l’arbitro e lo induce ad annullare giustamente il gol di Palma, subentrato a Yang, pizzicato in fuorigioco al momento del tiro che batte Provedel sul primo palo, anche in questo caso con la complicità di un difensore, Lazzari, che non chiude sull’avversario. Sarri allora ne approfitta per togliere anche lui, inserendo Marusic e Pedro al posto di Zaccagni e proprio l’ultimo arrivato conclude la migliore azione della Lazio, confezionata dagli ultimi tre giocatori inseriti da Sarri, perché il colpo di testa dello spagnolo devia il cross di Guendouzi, liberato da Isaksen. Quando si dice il massimo risultato con il minimo sforzo.