Il ritorno di Taarabt: l'incantatore di serpenti tra Genoa, Milan e Fantacalcio
SENZA MEZZE MISURE - Calciatore e uomo senza mezze misure, nella sua carriera ha già militato in Francia (è cresciuto nel settore giovanile del Lens), Inghilterra (Tottenham, QPR e Fulham), Italia appunto (Milan) e Portogallo (Benfica). Cresciuto a Berre-l'Étang, in Costa Azzurra, dove la famiglia si è trasferita quando aveva appena 9 mesi, ha deciso di lasciare le Aguias per i problemi con la società, dovuti ad alcuni suoi comportamenti non proprio ineccepibili. Il suo motto: "Nella mia vita ho commesso molti errori, non mi hanno portato da nessuna parte e non li rifarò. Credo". Non ha sbagliato nel suo esordio con la maglia del Milan, quando stupì tutti, realizzando una splendida rete in coast-to-coast contro il Napoli.
TRA IL NUMERO 10 E L'IDOLO ZIDANE - A Lisbona ormai era fisso nella squadra riserve, colpa di qualche chilo di troppo e di un carattere irriverente: "Non sono un bambino, ho giocato nel Milan e in Champions League". Non accetta di essere considerato una riserva o un rincalzo, è più forte di lui: preferisce giocare titolare in un club meno ambizioso, ma fiutare l'odore del campo. Juric stia in guardia da questo 10 puro che ha Zidane come idolo, tanto da imitarlo ovunque sia andato. La sua non è stata un'infanzia tranquilla: "C'erano traffici, risse, roba che ti fa crescere in fretta. Grazie al calcio ho evitato molti guai".
CHE COLPI DI TESTA! - Certo, Taarabt non è un santo: una volta, durante un match col Qpr, venne sostituito al 45esimo e si arrabbiò talmente tanto che abbandonò lo stadio in pullman per andare a bere in un pub con degli amici. Alcuni tifosi lo immortalarono e il club si infuriò. Oppure, quand'era in Nazionale col Marocco lasciò il ritiro prendendo il primo treno per Marsiglia, scomparendo per due giorni. Seedorf, suo allenatore ai tempi del Milan, seppe coccolarlo e trarne il meglio, trattandolo come un figlio: i tifosi del Diavolo lo ricordano con affetto, non solo per le 14 presenze e i 4 gol realizzati nel 2014. Legatissimo al Marocco, musulmano convinto, tanto che una volta celebrò un gol al West Ham con la scritta I love Allah e si rifiutò di giocare contro la nazionale israeliana, quando era nell'Under 21. Testa calda, tanto che arrivò a litigare persino con Joey Barton, oltre che con alcuni dei suoi allenatori.
I FANTALLENATORI IMPAZZISCONO - Quella al Genoa è una chance da non sbagliare, dopo gli errori in Portogallo: segue Cassano, ammira Balotelli ed è amico di Briatore, ma soprattutto, ha già fatto impazzire tutti i fantallenatori d'Italia, che sono pronti a lottare per accaparrarselo all'asta di riparazione. Perchè di Taarabt ci si può solo innamorare.
@AleDigio89