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Il ritorno di Lukaku ad oggi è un fallimento. Tutte le domande sul suo futuro all'Inter
Il ritorno di Romelu Lukaku all’Inter è stato per adesso un fallimento sotto tutti i punti di vista, a suffragio di chi da sempre lotta contro le minestre riscaldate. Il nuovo stop del centravanti belga è una zavorra per i nerazzurri, che in estate hanno concentrato tutte le energie - o quasi - per imbastire l’operazione in prestito con il Chelsea. Di fatto, quando in Viale della Liberazione hanno iniziato a nasare che l’affare fosse possibile, hanno messo in secondo piano ogni altra trattativa. Con l’assenso di Inzaghi, ovviamente, smanioso di riavere Big Rom, che in quei primi giorni di ritiro della passata stagione lo aveva stregato, prima che puntasse i piedi per poter coronare il suo “sogno in blu”.
ILLUSIONI CONTINUE - Nella sua testa, il tecnico nerazzurro aveva immaginato un altro film, sicuramente con Lukaku protagonista assoluto del suo attacco. Non è andata così, i primi tre mesi del centravanti all’Inter sono stati disastrosi, con lo straccio di due gol realizzati e 256’ trascorsi in campo. I minuti trascorsi in infermeria, invece, non si contano neanche. Lukaku era rientrato contro il Viktoria Plzen, passando un colpo di spugna sul giallo del suo infortunio, una distrazione muscolare (fastidio accusato in allenamento, dopo la partita del 26 agosto contro la Lazio) che avrebbe dovuto tenerlo lontano dai campi al massimo fino alla sfida contro la Roma, in calendario lo scorso 1° di ottobre. Ma dopo i lanci social dell’Inter e quelli dello stesso Lukaku, con la pantera e l’orologio, i nerazzurri hanno dovuto rivedere i piani iniziali e il rientro del calciatore è slittato di un altro mese, al 26 di ottobre, appunto. Come mai? Dall’Inter hanno sempre e solo parlato di prudenza. Strano. Tutto però sembrava ormai alle spalle, perché al di là della condizione fisica, Lukaku era tornato e lo aveva fatto andando in gol. L’ennesima illusione di una stagione tormentata, perché alla seconda apparizione, quella contro la Sampdoria, Lukaku ha accusato la classica ricaduta. Un problema che lo terrà fuori fino alla sosta, perché se è vero che potrebbe essere forse convocato per la partita contro l’Atalanta, è altrettanto vero che la condizione atletica del calciatore era già poco brillante prima di questo ennesimo stop, figurarsi dopo.
LEGITTIMI DUBBI - E alla luce di tutti questi problemi, è naturale che ci si interroghi sul futuro di Lukaku, ma forse anche sul passato. È solo sfortuna? Come mai con Conte e Pintus non aveva accusato tutti questi fastidi? La maniacalità del tel tecnico leccese e del suo staff, anche in merito al piano nutrizionale del calciatore, hanno sicuramente portato beneficio a Lukaku, che prima di allora non aveva mai brillato in quel modo. La struttura fisica di Lukaku è quella di un giocatore di football americano, lo ripeteva sempre Conte. La sua muscolatura è diversa da tutti gli altri e di conseguenza anche la cura richiede maggiori attenzioni e dettagli. Lukaku è ancora disposto a quei sacrifici? L’Inter ci ha scommesso, è vero, l’operazione conclusa con il Chelsea è in prestito oneroso, ma i patti presi tra Ledure, Marotta e Boehly prevedono che il cerchio si chiuda prima con il rinnovo del prestito nel 2023-24 e poi con il riscatto definitivo nel 2024-25. Insomma, l’operazione Lukaku prevede anche vincoli di buon vicinato, un’operazione “politica” che però l’Inter deve valutare bene e Lukaku stesso avrà tutta la seconda parte di stagione per convincere tutti, tifosi compresi, che il suo riscatto da parte dell’Inter sia cosa buona e giusta.
ILLUSIONI CONTINUE - Nella sua testa, il tecnico nerazzurro aveva immaginato un altro film, sicuramente con Lukaku protagonista assoluto del suo attacco. Non è andata così, i primi tre mesi del centravanti all’Inter sono stati disastrosi, con lo straccio di due gol realizzati e 256’ trascorsi in campo. I minuti trascorsi in infermeria, invece, non si contano neanche. Lukaku era rientrato contro il Viktoria Plzen, passando un colpo di spugna sul giallo del suo infortunio, una distrazione muscolare (fastidio accusato in allenamento, dopo la partita del 26 agosto contro la Lazio) che avrebbe dovuto tenerlo lontano dai campi al massimo fino alla sfida contro la Roma, in calendario lo scorso 1° di ottobre. Ma dopo i lanci social dell’Inter e quelli dello stesso Lukaku, con la pantera e l’orologio, i nerazzurri hanno dovuto rivedere i piani iniziali e il rientro del calciatore è slittato di un altro mese, al 26 di ottobre, appunto. Come mai? Dall’Inter hanno sempre e solo parlato di prudenza. Strano. Tutto però sembrava ormai alle spalle, perché al di là della condizione fisica, Lukaku era tornato e lo aveva fatto andando in gol. L’ennesima illusione di una stagione tormentata, perché alla seconda apparizione, quella contro la Sampdoria, Lukaku ha accusato la classica ricaduta. Un problema che lo terrà fuori fino alla sosta, perché se è vero che potrebbe essere forse convocato per la partita contro l’Atalanta, è altrettanto vero che la condizione atletica del calciatore era già poco brillante prima di questo ennesimo stop, figurarsi dopo.
LEGITTIMI DUBBI - E alla luce di tutti questi problemi, è naturale che ci si interroghi sul futuro di Lukaku, ma forse anche sul passato. È solo sfortuna? Come mai con Conte e Pintus non aveva accusato tutti questi fastidi? La maniacalità del tel tecnico leccese e del suo staff, anche in merito al piano nutrizionale del calciatore, hanno sicuramente portato beneficio a Lukaku, che prima di allora non aveva mai brillato in quel modo. La struttura fisica di Lukaku è quella di un giocatore di football americano, lo ripeteva sempre Conte. La sua muscolatura è diversa da tutti gli altri e di conseguenza anche la cura richiede maggiori attenzioni e dettagli. Lukaku è ancora disposto a quei sacrifici? L’Inter ci ha scommesso, è vero, l’operazione conclusa con il Chelsea è in prestito oneroso, ma i patti presi tra Ledure, Marotta e Boehly prevedono che il cerchio si chiuda prima con il rinnovo del prestito nel 2023-24 e poi con il riscatto definitivo nel 2024-25. Insomma, l’operazione Lukaku prevede anche vincoli di buon vicinato, un’operazione “politica” che però l’Inter deve valutare bene e Lukaku stesso avrà tutta la seconda parte di stagione per convincere tutti, tifosi compresi, che il suo riscatto da parte dell’Inter sia cosa buona e giusta.