AFP via Getty Images
Il polverone su Abisso e il 'lato oscuro' di Fonseca: la Roma non si nasconde più
C'è anche la Roma, per chi non se ne fosse accorto. La squadra di Paulo Fonseca ha ricominciato a correre e a suon di gol - 8 nelle ultime due partite contro Bologna e Torino - si è presa il terzo posto in compagnia della Juventus, accorciando a 4 punti il ritardo dalla capolista Milan. A fari spenti, la formazione giallorossa può recitare un ruolo importante nella corsa per le prime 4 posizioni della classifica; trascinata da un super Mkhitaryan, con le conferme importanti di Spinazzola e dei redivivi Smalling e Pellegrini, la Roma inizia a pensare in grande ma ha visto una serata come quella di ieri venir parzialmente macchiata dalle polemiche per la discussa direzione arbitrale di Abisso.
Il fischietto palermitano è finito nella bufera ed è stato oggetto di pesanti critiche da parte del ds del Torino Vagnati per l'interpretazione degli episodi più controversi, dalla più che dubbia espulsione di Singo - con una seconda ammonizione decisamente severa - al possibile contatto falloso tra Mancini e Belotti da cui è nato il vantaggio romanista e lo scontro appena dentro l'area tra Bremer e Dzeko che ha provocato il rigore poi trasformato da Veretout. Una serata decisamente sfortunata per Abisso, sulla cui valutazione pesa principalmente la scelta che ha finito per indirizzare, dopo appena 13 minuti, l'andamento della partita. Il rosso a Singo ha fatto saltare ogni piano partita possibile per il Torino e la Roma non ha fatto altro che approfittarne e gestire gli eventi a proprio piacimento. E questa volta dal quasi sempre pacato Fonseca non abbiamo ascoltato lamentele o proteste, ovviamente.
CAMBIO DI STRATEGIA - Eh già, perché da qualche settimana anche l'allenatore portoghese, seppur con metodi sempre educati e signorili, ha iniziato a farsi sentire. Ad alzare la voce e ad esplicitare le proprie rimostranze. A far arrivare gli umori di una società che ha recentemente cambiato proprietà e che sta lasciando intendere di voler essere molto più presente e protagonista di quanto non lo fosse durante la gestione Pallotta. L'espulsione e l'agitato post-partita contro il Sassuolo per una serie di episodi arbitrali avversi alla Roma, la polemica scatenata alla vigilia del Torino per il calendario - con i giallorossi unici tra le "big" in campo di giovedì sera per poi tornare in scena domenica - sono il segnale di un cambio di strategia, anche di un adattamento ai tipici costumi del calcio italiano.
POTERE MEDIATICO - Entrando nel merito, a Fonseca qualcuno potrebbe ricordare che gli episodi andrebbero commentati sia nel bene che nel male - se contro il Sassuolo la direzione di Maresca era stata chiaramente penalizzante ed è stata legittimamente e aspramente criticata, col Torino tutto ha girato per il verso giusto e non lo abbiamo sentito esprimersi al riguardo - e che quella sui calendari è una polemica decisamente sterile, considerando che la Roma arriva da una serie continua di impegni in Europa League di giovedì e che dunque la scelta della Lega andrebbe vista più come una forma di riguardo e di tutela. Immaginiamo che l'allenatore portoghese, che si sta prendendo sul campo una serie di rivincite su chi non lo giudicava adatto, lo sappia benissimo. E che abbia iniziato a muoversi da persona navigata nelle agitate acque del calcio italiano. Dove essere forte in campo è sempre la cosa più importante, ma anche farsi sentire a livello "politico" e mediatico certo non guasta.
Il fischietto palermitano è finito nella bufera ed è stato oggetto di pesanti critiche da parte del ds del Torino Vagnati per l'interpretazione degli episodi più controversi, dalla più che dubbia espulsione di Singo - con una seconda ammonizione decisamente severa - al possibile contatto falloso tra Mancini e Belotti da cui è nato il vantaggio romanista e lo scontro appena dentro l'area tra Bremer e Dzeko che ha provocato il rigore poi trasformato da Veretout. Una serata decisamente sfortunata per Abisso, sulla cui valutazione pesa principalmente la scelta che ha finito per indirizzare, dopo appena 13 minuti, l'andamento della partita. Il rosso a Singo ha fatto saltare ogni piano partita possibile per il Torino e la Roma non ha fatto altro che approfittarne e gestire gli eventi a proprio piacimento. E questa volta dal quasi sempre pacato Fonseca non abbiamo ascoltato lamentele o proteste, ovviamente.
CAMBIO DI STRATEGIA - Eh già, perché da qualche settimana anche l'allenatore portoghese, seppur con metodi sempre educati e signorili, ha iniziato a farsi sentire. Ad alzare la voce e ad esplicitare le proprie rimostranze. A far arrivare gli umori di una società che ha recentemente cambiato proprietà e che sta lasciando intendere di voler essere molto più presente e protagonista di quanto non lo fosse durante la gestione Pallotta. L'espulsione e l'agitato post-partita contro il Sassuolo per una serie di episodi arbitrali avversi alla Roma, la polemica scatenata alla vigilia del Torino per il calendario - con i giallorossi unici tra le "big" in campo di giovedì sera per poi tornare in scena domenica - sono il segnale di un cambio di strategia, anche di un adattamento ai tipici costumi del calcio italiano.
POTERE MEDIATICO - Entrando nel merito, a Fonseca qualcuno potrebbe ricordare che gli episodi andrebbero commentati sia nel bene che nel male - se contro il Sassuolo la direzione di Maresca era stata chiaramente penalizzante ed è stata legittimamente e aspramente criticata, col Torino tutto ha girato per il verso giusto e non lo abbiamo sentito esprimersi al riguardo - e che quella sui calendari è una polemica decisamente sterile, considerando che la Roma arriva da una serie continua di impegni in Europa League di giovedì e che dunque la scelta della Lega andrebbe vista più come una forma di riguardo e di tutela. Immaginiamo che l'allenatore portoghese, che si sta prendendo sul campo una serie di rivincite su chi non lo giudicava adatto, lo sappia benissimo. E che abbia iniziato a muoversi da persona navigata nelle agitate acque del calcio italiano. Dove essere forte in campo è sempre la cosa più importante, ma anche farsi sentire a livello "politico" e mediatico certo non guasta.