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Il Pagellone del Calciomercato: Juventus regina, il Milan strappa la sufficienza, Inter 6,5 e Napoli a un passo dal 9
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ATALANTA
La solita estate calda a Bergamo, con la società che in Italia - e non solo - ha portato il ‘player trading’ a un livello superiore. Certo, te lo puoi permettere se hai Re Mida Gasperini in panca, uno che quel che tocca trasforma in oro. L’ultimo di questi Teun Koopmeiners, venduto alla Juve a quasi 60 milioni e che ha permesso ai bergamaschi il solito giochino fenomenale di rigirare mezza rosa, comprare di qualità e chiudere pure con il conteggio in attivo tra acquisti e cessioni. Ci sono scommesse come Zaniolo, scommesse già vinte come De Ketelaere (riscattato), ma anche Samardzic, Bellanova, Sulemana, Brescianini, Retegui, Kossounou e un jolly come Cuadrado. Al netto di tutto, una delle più attive in Italia. Voto 8.
BOLOGNA
Hanno demolito – o meglio, sono stati costretti a farlo – le fondamenta del miracolo dello scorso anno. Via Calafiori e Zirkzee, ma soprattutto l’architetto Thiago Motta. Dallinga il colpo più costoso, poi restiling sulle fasce con lo spagnolo Miranda e Holm dallo Spezia. Dentro anche Cambiaghi, Pobega e Iling Junior. Il tutto nelle mani di Vincenzo Italiano che si ritrova un’eredità pesantissima. Sulla carta sembra un gioco a perdere, ma se c’è uno che di miracoli si intende in Italia è proprio il ds Sartori. A dare un voto, con la Champions all’orizzonte e il doppio impegno, non pare un granché. Certo, ci sono anche 45 milioni di attivo in questo giochino. Bastano? Mmmh... Voto 5.5.
CAGLIARI
L’obiettivo resta sempre la salvezza e in quest’ottica dopo l’addio di Claudio Ranieri a Cagliari si punta su uno che in teoria di salvezze se intende: Davide Nicola. Per il resto è un mercato di basso profilo economico, un paio di cessioni come Dossena e Sulemana per alimentare acquisti teoricamente mirati. A Cagliari hanno guardato a Bergamo andando a pescare Zortea, Piccoli, Adopo e Palomino; oltre a questi c’è Luperto dall’Empoli. All’ultimo è entrato anche Gaetano per infoltire le opzioni davanti. Perso Nandez che è volato in Arabia, al netto di tutto si è lavorato in maniera più che discreta considerato il potenziale delle entrate. Voto 6+.
COMO
A far la lista degli ingressi della proprietà sulla carta più ricca d’Italia – e tra le più ricche al mondo – c’è quasi da perdersi. Belotti, Kovacik, Dossena, Ali Jasim, Mazzitelli, Audero, Engelhardt, Pisano, Perrone, Nico Paz, Pepe Reina, Alberto Moreno, Sergi Roberto, Varane, Kempf, Fadera. Un elenco lungo, costoso e forse anche un po’ confuso. Il calcio infatti ci dice che spesso queste rivoluzioni da ‘dentro tutti’ non portano lontano. Il compito di dare un ordine a questa confusione spetterà a Fabregas. Non facile, ma quante neopromosse posso fare movimenti complessivi da 50 milioni di euro? Voto 6.5.
EMPOLI
In Toscana si è lavorato low cost, come impongono ormai le congetture dei tempi in cui vive la provincia italiana. Tantissimi prestiti, ma tra questi nomi piuttosto interessanti. Su tutti Sebastiano Esposito, Ola Solbakken, Lorenzo Colombo e Pietro Pellegri. Si lavora in prospettiva e sulla carta d’identità, considerando l’uscita del veterano Caputo. Zurkowski e Viti sono altri due nomi tutto sommato importanti. Nel finale anche Sazonov. D’Aversa, dopo l’uscita burrascosa a Lecce, dovrà lui stesso provare a rilanciarsi. Non è male il mercato dell’Empoli considerando che è stato fatto quasi a costo zero. Voto 6.5.
FIORENTINA
Come spesso accaduto il mercato della Fiorentina si finanzia attraverso la Juventus. La cessione di Nico Gonzalez, 8,5 di prestito più 25 di riscatto obbligatorio apre le porte alla fine dei vari Richardson, Colpani, Adli e soprattutto Albert Gudmundsson, crack dello scorso anno al Genoa e battendo la concorrenza comunque dell’Inter. Hanno perso Milenkovic dietro, e si buttati sulla scommessa Moise Kean davanti, l’anno scorso 0 gol in 650 minuti giocati con la Juve. Cataldi e Bove gli arrivi extra dell’ultima giornata. In panca volto nuovo, quel Palladino protagonista di un bel campionato a Monza. Sulla carta il bilancio non può essere negativo. Certo, migliorare l’ottavo posto dell’anno scorso e la finale di Conference non sarà facile. Voto 7.
GENOA
Repubblica Marinara, Genova, di nome e di fatto. Da queste parti, infatti, ci si è abituati al solito “porto di mare”, con tantissime entrate e uscite anche a livello di movimenti minori. La risultante, essendo nelle mani di un fondo, non a caso vede un bel segno ‘+’ a bilancio. Ma la verità è che al promettente Alberto Gilardino hanno venduto tutti i più forti: da Josep Martinez a Mateo Retegui passando per Albert Gudmundsson. I sostituti sono Gollini, Pinamonti e il riscatto di Vitinha, per ora oggetto misterioso. A questi si aggiunge Miretti. Non è un gran mercato, la sensazione è che dovrà inventarsi qualcosa il tecnico. Voto 4.5
INTER
Ancora una volta Beppe Marotta si trova con le mani legate per le arcinote vicende economiche che comunque continuano a tenere banco in casa nerazzurra. Ancor prima di incominciare infatti c’erano 50 milioni messi lì per riscattare Frattesi, Carlos Augusto e Arnautovic. Normale dunque che all’Inter si sia andati in difficoltà per firmare quel difensore che voleva Inzaghi e che è arrivato solo all’ultimo, Palacios. Certo, al tempo stesso a costo zero Marotta ha comunque messo dentro Zielinski e Taremi. Come la mettiamo quindi? La sensazione, anche a fronte di quanto hanno fatto altrove le concorrenti, è che sia un mercato da ‘compitino’ per quel che è l’Inter. Voto 6,5.
JUVENTUS
Rivoluzione. Non c’è altra definizione. Alla Juventus si è voltato pagina e dopo un primo anno in ‘standby’, Cristiano Giuntoli è entrato in azione per scrivere la SUA storia. Fuori Allegri e dentro Thiago Motta, il miglior tecnico della passata stagione. Fuori tutta la NextGen e alcune figure diventate ‘pesi morti’, e dentro volti nuovi, a stravolgere completamente un ambiente che aveva bisogno di aria fresca. La Juve ha incassato quasi 100 milioni dai vari Soulé, Huijsen, Iling Junior, Kean, Chiesa, De Winter, Barrenechea e Kaio Jorge, ma ne ha spesi poco più del doppio per Koopmeiners, Douglas Luiz, Thuram, Cabal, Nico Gonzalez, Conceicao, Di Gregorio e Kalulu. Una squadra completamente rifatta, ma soprattutto stravolta là in mezzo al campo, dove ne aveva più bisogno. Al Giuntoli-show forse è mancato un difensore. Ma è la Juve la regina del mercato. Voto 9.
LAZIO
Il piatto piange in casa Lazio, perché da sostituire c’era comunque una generazione importantissima di giocatori: dal miglior bomber della sua storia Ciro Immobile a giocatori della qualità di Luis Alberto e Felipe Anderson. L’anno prima ancora aveva salutato anche Milinkovic-Savic. Tutta questa qualità sulla carta è “rimpiazzata” dal riscatto di Guendouzi, Tchaouna e Noslin? O dal prestito di Dia e dall’arrivo dello svincolato Castrovilli? Per noi, no. Per giunta in panchina hanno puntato alla scommessa Baroni, eccezionale sì a Verona ma da misurare in una piazza caldissima come Roma. Troppi rischi. Voto 4.
LECCE
E’ nella voce ‘uscite’ che si deve misurare quella vecchia volpe di Pantaleo Corvino, uno in grado di farsi bonificare quasi 30 milioni di euro per Pongracic e Gendrey. Se si fermasse qui il giudizio, trattasi di capolavoro. In entrata come sempre si è andati sul low-cost da campionati minori con Marchwinski dal Lech Poznan e Gaspar dall’Estrela (campionato portoghese), oppure colpi a zero come Tete Morente dall’Elche o il veterano Ante Rebic. In mezzo quel Lassana Coulibaly che avevamo già visto a Salerno. Al netto di tutto, è una gestione oculata in cui entrano anche 20 milioni puliti dal player trading. Salvarsi però non sarà facile. Ma dov’è la novità? Voto 6,5.
MILAN
Partiamo da un presupposto: nel calcio contemporaneo l’allenatore è tutto. E in un’estate con nomi liberi del calibro di Maurizio Sarri o Antonio Conte, il Milan è andato su Paulo Fonseca. E’ un rischio grosso. Al di là di questo, il mercato di per sé non è stato neanche male, ma si è sviluppato con un po’ di ritardo. Fonseca ha fatto la tournée americana coi ragazzini e Morata e Fofana sono arrivati solo nell’ultimo periodo. Il prestito di Kaluku inoltre a una diretta concorrente come la Juve è stata una mossa un po’ incomprensibile. Il sunto finale, insomma, è che in casa Milan ci sarebbe da difendere quel secondo posto della passata stagione del tanto bistrattato Stefano Pioli. Questo Milan, con innesti poi come Pavlovic, Emerson Royal e l’Abraham dell’ultimo minuto, si è mosso da seconda forza del campionato? Per noi, no. Voto 6-.
MONZA
Dopo due campionati sopra le righe, 11° posto con 52 punti al primo anno e 12° posto con 45 punti al secondo, il Monza è chiamato a provare a mantenere lo standard. Difficile però pensare di ripetersi con questo mercato. In primis fuori Palladino e dentro Nesta, fenomenale da giocatore, fin qui decisamente anonimo da allenatore. Poi fuori Di Gregorio, ma soprattutto Colpani, giocatore più brillante della passata stagione. Rientrano Maldini e Sensi, poi il giovane Forson dal Manchester United e Kyriakopoulos dal Sassuolo. Che fine ha fatto il vecchio condor Galliani? Sulla carta più che un mercato sembrano movimenti di chi ‘tira a campare’... Occhio al futuro del Monza. Voto 4.
NAPOLI
C’era da rifondare dopo le macerie della passata stagione. E così ADL ha fatto. In primis è andato su Conte, allenatore che teoricamente rappresenta una garanzia di successo a breve termine. Poi la società ha investito più di 100 milioni di euro nonostante le difficoltà legate al caso Osimhen. Conte voleva Buongiorno. E Buongiorno ha avuto. Conte voleva Lukaku. E Lukaku ha avuto (un’operazione che tra cartellino, bonus e stipendio per 3 anni pesa da sola quasi 75 milioni). Conte voleva Spinazzola, McTominay, Gilmour. E Spinazzola, McTominay, Gilmour ha avuto. Conte non voleva partissero Kvara e Di Lorenzo, sono restati. Insomma, un mercato che ha accontentato il tecnico in tutto e per tutto. Un mercato di sacrifici, perché in attesa di capire cosa succederà con Osimhen, il Napoli ha investito senza rientrare di nulla. Morale: le chiacchiere stanno a zero. Il mercato sta a 8,5.
PARMA
Nobile del calcio italiano tornata in A, la squadra di Pecchia si ripresenta dopo 3 anni nel massimo campionato senza troppa voglia di fare i fuochi d’artificio. C’è un esotico portiere giapponese, Suzuki; c’è quel Pontus Almqvist che abbiamo visto a Lecce. Poi Valeri dal Frosinone o Cancellieri dalla Lazio, fino al colpo sul gong, il centrocampista Mandela Keita dall’Anversa. Occhio anche al giovanissimo Leoni, difensore 17enne pescato dalla Samp. La valutazione di per sé del mercato è appena sufficiente, ma la questione è un altra: al Parma serviva un mercato esplosivo? Probabilmente no, ma solo dare continuità all’idea di Pecchia e sfruttare quel che già c’è. Voto 6.
ROMA
C’è confusione nella Capitale e non tira nemmeno una buona aria. E questo nonostante i giallorossi abbiano speso più di 100 milioni di euro per Dovbyk, Soulé, Le Fee, il riscatto di Angelino, Dahl e Abdulhamid. C’è l’ultimo Pichichi della Liga, c’è un doppione di Dybala, una scommessa interessante come Le Fee, poi due semisconosciuti come l’ex terzino sinistro del Djurgarden e l’ex terzino destro dell’Al-Hilal. Ci sono stati i casi Dybala, i dietrofront di Danso e Djalo. Il colpo all’ultimo Manu Kone e lo scambio Abraham-Saelemaekers. La Roma ha oggettivamente investito tanto, ma restano alcune domande. La prima: si è rinforzata abbastanza da andare in Champions, vero obbiettivo della società a fronte degli investimenti? Probabilmente no. La seconda: con questo budget, si poteva fare un mercato più mirato? Probabilmente sì. Insomma, hanno speso sì, ma hanno speso bene? Al campo e al lavoro di De Rossi il compito di risponderci. Per ora, troppi dubbi. Voto 6-.
TORINO
Sulla carta il mercato è così così. A Torino hanno perso Buongiorno, Bellanova e Rodriguez. I rimpiazzi sono stati Saul Coco, Pedersen e Borna Sona. La risultante è negativa. Davanti hanno pescato lo svincolato Che Adams, poi sul gong Walukiewicz dall’Empoli per puntellare ulteriormente la difesa. La palla così passa al tecnico. A Juric avevano chiesto di metterci ciò che mancava. Lo stesso fanno oggi col promettente Paolo Vanoli, di cui si parla un gran bene e che effettivamente nelle prime uscite è partito fortissimo. L’analisi però al netto degli investimenti è francamente deficitaria per una piazza come Torino. Che non a caso continua a contestare Urbano Cairo. Voto 5,5.
UDINESE
L’Udinese è il solito grande punto interrogativo. A proposito di player trading, qui abbiamo una delle famiglie che l’ha introdotto in Italia, i Pozzo. Ci sono così ingressi di giocatori come Ekkelenkamp dell’Anversa, Sava dal Cluj, Esteves dalla seconda squadra dello Sporting Lisbona, Rui Modesto all’AIK Solna. Ma anche la conferma di Lucca o il grande ritorno romantico di Alexis Sanchez. La vera curiosità è nell’allenatore, quel Kosta Runjaic pescato dal Legia Varsavia. Sono partiti però anche tantissimi giocatori cardine delle passate stagioni, dal Tucu Pereyra a Samardzic, da Walace a Nehuén Pérez. Per una squadra che nel corso degli anni si è ridimensionata parecchio e che l’anno scorso si è salvata all’ultimo respiro, ci sono di nuovo troppo interrogativi. Voto 5.