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Il padre di Sandri: 'Stanno uccidendo il calcio'
Durante il suo intervento, Sandri si è soffermato sulla situazione del tifo e degli stadi: «Io credo che il tifoso ormai venga considerato poco o niente. Non si vuole più il tifo allo stadio ma sui divani di casa, si fa tutto per cercare di allontanare la gente dagli stadi perché porta problemi, porta spese riguardanti sicurezza. Io credo che così si uccida la passione del tifo, la passione per la propria squadra. Se oggi si riesce ad allontanare la gente dallo stadio, domani la si allontanerà anche dagli abbonamenti televisivi e probabilmente si ritornerà al cinema».
Un rapporto difficile, paradossalmente, rimane per le vittime di tragedie simili, quello con lo Stato: «A livello di affetto io ho avuto la gente, il popolo, i tifosi di tutte le squadre. Le istituzioni? Inizialmente si è cercato di nascondere quanto successo, far passare Gabriele per quello che non era e Spaccarotella per una vittima. Così non era, così non è stato. Ma questo non ci ridà nostro figlio, ci manca tutti i giorni. La sua vicenda - ha continuato Sandri - ha avuto poco a che vedere con il calcio, eppure grazie alla forza mediatica del calcio credo si sia ottenuta una giustizia adeguata, di omicidio volontario. Se non ci fosse stato il mondo del calcio probabilmente Gabriele non avrebbe avuto giustizia. In questo senso hanno fatto un autogol quando parlarono di scontri tra ultrà per cercare di nascondere quanto successo».