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    Il Milan spadroneggia per più di un'ora, a Roma risposta da scudetto. Mourinho protesta a torto: in parità numerica ha prodotto poco

    Il Milan spadroneggia per più di un'ora, a Roma risposta da scudetto. Mourinho protesta a torto: in parità numerica ha prodotto poco

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Non c’è Roma che tenga. Il Milan vince anche all’Olimpico (2-1), riprende il Napoli in testa alla classifica e stabilisce che fino alla fine sarà in lotta per lo scudetto. Purtroppo per i rossoneri, quello che poteva essere un dominio si è trasformato in un epilogo sofferto per colpa di Theo Hernandez, espulso al 66’ per doppia ammonizione (nello specifico un fallo su Pellegrini), situazione che ha costretto Pioli a correre ai ripari inserendo prima Ballo Tourè per Saelemaekers e poi dal 76’ a passare alla difesa a cinque con l’ingresso di Romagnoli Bakayoko e Tonali per Bennacer, Krunic e Leao.  La conseguenza immediata è stata che il Milan un gol l’ha comunque subìto (El Shaarawy al 92’), che gli altri quattro minuti e mezzo del recupero (96’30”) sono stati da brivido e che Tatarusanu ha salvato proprio in extremis su Carles Perez.  La conseguenza prospettica è, invece, che Theo non ci sarà nel derby di domenica sera contro l’Inter. Un problema non di poco conto.

    Tuttavia Pioli deve essere contento sia dei tre punti, sia della prestazione della sua squadra. Per più di un’ora il Milan ha spadroneggiato, segnando due reti (Ibrahimovic su punizione e Kessie su rigore), ha tenuto la palla, fatto correre e sbagliare la Roma, costretto Mourinho a rischiare nel secondo tempo con un’improvvisata difesa a tre (il centrale era Cristante), creato pericoli attaccando la profondità o con l’ampiezza della manovra. Una risposta precisa non solo alla stentata vittoria del Napoli del pomeriggio, ma anche a chi, come me, aveva dubitato dopo i successi non proprio cristallini contro Bologna (4-2, ma in undici contro nove) e Verona (rimonta da 0-2 a 3-2). Invece il Milan c’è, è forte, è organizzato e, forse, come qualità di gioco, esprime il meglio di tutta la Serie A.

    Ibrahimovic è stato, insieme a Kjaer, il protagonista della serata. Non solo perché ha indirizzato la gara con una punizione sublime al 26’ (fallo di Karsdorp su Leao), ma anche perché ha conquistato il calcio di rigore del raddoppio (intervento scorretto di Ibanez, gol di Kessie dagli undici metri) nel secondo tempo (56’). Di più: è entrato indirettamente e direttamente pure su due gol annullati per fuorigioco. Il primo a Leao (assist di petto dello svedese), il secondo allo stesso Ibrahimovic su lancio millimetrico di Kjaer.

    In parità numerica la Roma ha prodotto poco, se si eccettuano due tentativi a rete di Pellegrini, di gran lunga il migliore dei giallorossi, e una conclusione a botta sicura di Abraham (respinta da Tomori) che avrebbe potuto fruttare l’1-1. Sulla ripartenza, invece, è nato il rigore decisivo. Decretato da Maresca, rivisto al Var dallo stesso arbitro e infine confermato in maniera corretta. Mourinho, che si è lamentato a torto di Maresca, nella ripresa ha inserito Felix Arena-Gyan, attaccante del 2003 che aveva debuttato a Cagliari. Il ragazzo, che ha preso il posto di Mkhitaryan, è apparso molto intraprendente e, a mio giudizio, può costituire un’alternativa a Abraham, apparso ancora sottotono anche perché sovrastato da un monumentale Kjaer. I giallorossi avrebbero anche potuto pareggiare la partita se il gol di El Shaarawy fosse arrivato prima, ma tutte le situazioni create in superiorità numerica, sono state sventate sia da Tatarusanu che da Kjaer, decisivo su Zaniolo all’81’.

    Curiosamente Milan e Roma si sono affrontate con lo stesso sistema di gioco (4-2-3-1) e hanno chiuso entrambe con la difesa a tre, che nel Milan è diventata a cinque. Pioli ha preferito Krunic a Diaz e, almeno per quel che si è visto, ha avuto ragione. Mourinho, per contro, ha confermato Mkhitaryan e ha avuto torto, perché l’armeno è spremuto e, al pari di Veretout, ha sbagliato passaggi ed appoggi anche molto semplici.

    Il Milan arriva al derby in condizioni smaglianti. Oltre al gioco, la squadra possiede una condizione fisica invidiabile, elemento che permette ai suoi interpreti di essere lucidi ben oltre il novantesimo. Maresca avrebbe potuto concedere anche un quarto d’ora di recupero. Il Milan non avrebbe subito gol non perché i suoi uomini ricacciavano la palla lontano, ma per l’esatto contrario: recuperavano e rigiocavano come avessero dovuto ripartire ogni volta.   

    :(actionzone)


    ROMA-MILAN 1-2, IL TABELLINO

    Marcatori: 26’ Ibrahimovic; 57’ Kessie (rig), 93' El Shaarawy

    Espulsi: Theo Hernandez (M)

    Ammonizioni: Zaniolo (R), Karsdorp (R), Ibrahimovic (M), 2 Theo Hernandez (M), Mancini (R), Tomori (M), Giroud (M), Kessié (M)

    ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp (80' Shomurodov), Mancini, Ibanez, Vina (68' Perez); Cristante, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan (46' Afena-Gyan); Abraham (63' El Shaarawy). All.: Mourinho.

    MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Tomori, Kjaer, T.Hernandez; Kessie, Bennacer (77' Romagnoli); Saelemaekers (68' Touré), Krunic (77' Bakayoko), Leao (77' Tonali) ; Ibrahimovic (57' Giroud). All.: Pioli.

    Arbitro: Maresca

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