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Il Milan ricorre al Tas, il verdetto entro il 19 luglio: tutti gli scenari possibili
LE MOTIVAZIONI - A giudicare i fatti si riparte dalla sentenza della Camera Giudicante. Come riporta il Corriere della Sera, nelle prime 14 pagine c’è la ricostruzione dei fatti che hanno portato al no al voluntary e al settlement agreement e sono le motivazioni note (con il debito a breve scadenza al centro). Nelle successive 11, la camera giudicante dice cosa ne pensa, riporta com’è andata l’audizione, ma non entra nel merito delle ragioni che hanno portato a negare il settlement, perché si dichiara incompetente: le sue sanzioni si basano, dunque, sulle violazioni del fair play finanziario per i bilanci 2015, 2016 e metà 2017 (-120 milioni). Infine, aggiunge che «se invece si volesse ritenere la camera in qualche modo competente» arriverebbe a «conclusioni simili», perché, non avendo riscontrato «significativi elementi di novità» o «errori rilevanti» tali da giustificare una revisione «restano dubbi sulla credibilità del business plan, sul rifinanziamento e sulla continuità aziendale».
AL TAS - Entro il 19 luglio (e la data è una certezza) ci sarà un'eventuale nuova udienza con successiva sentenza, che a questo punto non sarà più appellabile. Il Tas può confermare la sentenza Uefa, decidere di rivederla, obiettare sulla competenza o sostenere che un settlement doveva essere accordato perché è vero che non è un diritto, però fin qui è stato sempre concesso (a parte un caso). Come spiega il Corriere, è quello su cui punta il Milan, che sottolineerà anche l’eredità dei conti del passato e la sproporzione della pena. In questo caso, il Tas rimanderebbe la pratica all’Uefa, ma in teoria la sua decisione poi potrebbe essere ancora impugnata al Tas. Difficile anche che il Tas scelga una sospensiva, faccia disputare l’Europa League al Milan per poi, in caso, escluderlo l’anno successivo. I tempi saranno quindi ancora lunghi, per la società rossonera inizia un altro periodo di attesa.