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    Milan, ecco le motivazioni per la sanzione Uefa: 'Proprietà non credibile'

    Milan, ecco le motivazioni per la sanzione Uefa: 'Proprietà non credibile'

    Un fascicolo con oltre 30 pagine per spiegare i dubbi sulla credibilità della proprietà del Milan e dei business plan presentati, soprattutto sui ricavi provenienti dalla Cina. La Gazzetta dello Sport ha svelato le motivazioni dietro alla sentenza della Camera giudicante della Uefa, ha che ha deciso di escludere la squadra rossonera per una stagione dalle coppe europee. Nella loro ricostruzione, i giudici hanno utilizzato più volte il termine "credibility", spesso in senso negativo, ripercorrendo le fasi che hanno portato al "no" al settlement senza ravvisare errori da parte della Camera investigativa.

    PROPRIETA' NON CREDIBILE - Il verdetto della Camera Giudicante si è dunque fondato anche sui dubbi riguardo alla proprietà cinese rappresentata da Yonghong Li. Il Milan presenterà ricorso al Tas entro la prossima settimana, come comunicato ieri ufficialmente, ma non sarà semplice ottenere l’annullamento della squalifica. Al Milan il settlement per rientrare dagli sforamenti dell'ultimo triennio dell'era Berlusconi (in realtà due anni e mezzo, perché prima il bilancio si chiudeva a dicembre mentre dal 2017 la nuova proprietà lo chiude a giugno) è stato invece negato, come il voluntary. Anche per le "incertezze sul rifinanziamento del prestito" di Elliott da 303 milioni ottenuto da Li Yonghong per acquistare il club e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018". Queste, dunque, le motivazioni dietro alla condanna di ieri della Uefa...
     

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