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    Il Milan riapre il dossier stadio: da Sesto a Rogoredo, dove può sorgere

    Il Milan riapre il dossier stadio: da Sesto a Rogoredo, dove può sorgere

    L’opzione stadio è di nuovo lì, sul tavolo del management del Milan. Come riporta oggi Milano Finanza è tornata d’attualità perché può essere un’opzione per cercare nuovi investitori da coinvolgere nel progetto di rifinanziamento del club rossonero e della holding del proprietario, Yonghong Li, che va completato entro ottobre e che si aggirerà sui 400-420 milioni. Un processo lungo e articolato che l’ad Marco Fassone, il consiglio e l’advisor Bofa Merrill Lynch, vorrebbero definire entro l’estate, prima insomma dell’inizio del nuovo campionato. Ma ancora tutti i tasselli devono essere uniti e se si conta di arrivare alla soluzione definitiva entro 30-40 giorni, è altrettanto vero che il nodo resta quello legato alla ricerca di soggetti pronti a dare credito alla Rossoneri Sport Investment esposta con Elliott per 180 milioni (tasso d’interesse dell’11,5%).

    Perché tutti i soggetti finanziari che finora si sono avvicinati al dossier Milan si sono concentrati sulla parte di esposizione del club, 120 milioni, maturata nei confronti del fondo attivista di Paul Singer. Per questa partita tutto sempre più agevole, visto che tra l’altro l’asticella del nuovo debito che la squadra milanese potrà contrarre verrà elevato a 250 milioni: gli investitori che stanno valutando l’operazione confidano sulla gestione che punta a ridurre il passivo attorno a 55-60 milioni e che comunque può contare sul valore del club, sui ricavi prospettici e sulla corsa alle competizioni europee. Non per nulla è sempre allo studio la creazione di una newco nella quale conferire i proventi televisivi, quelli da stadio e le sponsorizzazioni da poter poi cartolarizzare in ottica della concessione di nuove linee di credito.

    E siccome tutti gli attori in campo sanno che il vero problema da risolvere resta l’esposizione debitoria della holding lussemburghese di Li (il 100% è in pegno a Elliott, così come l’intero capitale del Milan) e la conseguente ricerca di soggetti interessati a questa operazione, ecco che è rispuntata come soluzione più strutturale quella della realizzazione dello stadio di proprietà. In questo senso vi è già una apertura da parte del Comune di Milano, che ha individuato nell’area di Porto di Mare-Rogoredo un terreno sul quale far sorgere l’impianto. Ma ci sono anche altre opzioni da esplorare, da Sesto San Giovanni a Piazza d’Armi. Anche perché l’intervento, che per il solo stadio prevede un costo di 250-300 milioni, sarebbe molto più ampio comprendendo anche lo sviluppo immobiliare (commerciale, residenziale e uffici).

    Presentare agli investitori internazionali, finanziari e industriali un progetto a 360 gradi potrebbe dare maggior fiducia e attirare più capitali. Anche se comunque per avere l’infrastruttura operativa occorreranno alcuni anni. Solo per l’ok dal punto di vista urbanistico serviranno 12-18 mesi. Si tratta quindi di un’ottica di medio-lungo termine. Mentre invece il tema del rifinanziamento è a breve termine. Ma a guardare il progetto nella sua completezza, lo stadio può diventare un pilastro per realizzare un piano industriale di ampio respiro. Ieri, intanto, l’assemblea del Milan ha approvato l’allungamento di otto mesi della scadenza di una tranche (15 milioni) di uno dei due bond, quello da 54,3 milioni, quotato a Vienna. 

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