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  • Il Mantova torna in Serie B dopo 14 anni: dall'incubo D all'impresa dell'ex vice De Zerbi, gli eroi e la cavalcata

    Il Mantova torna in Serie B dopo 14 anni: dall'incubo D all'impresa dell'ex vice De Zerbi, gli eroi e la cavalcata

    • Alessandro Di Gioia
    "E quindi uscimmo a riveder le stelle". L'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri si addice alla perfezione alla travagliata ma trionfale stagione del Mantova di Davide Possanzini: il Poeta Virgilio, mantovano di nascita, dopo aver attraversato la selva oscura, alla fine contemplano lo stellato cielo notturno dell'altro emisfero, presagio del nuovo cammino di luce e di speranza, che segue le tenebre precedenti. Lo stesso percorso vissuto dai virgiliani, seppur il calcio sia materia molto meno liquida e più terrena: dall'Inferno della retrocessione in Serie D, evitata la passata stagione solo grazie ai ripescaggi, al Paradiso della promozione in Serie B dopo 14 anni, centrata ufficialmente dopo la partita di oggi, col pareggio per 1-1 del Padova a Lumezzane, che rende impossibile la rimonta dei veneti, ormai a -9 a tre giornate dalla fine e con gli scontri diretti sfavorevoli.
     

    IL VICE DE ZERBI E IL MANTOVA DEI SOGNI - Un cammino trionfale, quello portato a termine dal tecnico ex vice di Roberto De Zerbi al Sassuolo e allo Shakthar Donetsk, un ritorno nella seconda serie che mancava dal 2010, stagione conclusasi con l'ultimo posto e il fallimento: quelli precedenti erano stati gli anni d'oro di Fabrizio Lori, presidente istrione che poi farà fallire la società, e Domenico Di Carlo, con calciatori del calibro di Gabriele Cioffi, Gabriele Graziani e Paolo Poggi. Il Mantova faceva sognare i tifosi, fermandosi ad un passo dalla promozione in Serie A, dopo aver perso la finale playoff contro il Torino: da quel momento in poi una lenta e inesorabile discesa, con anni bui che partono dalla sparizione della società alla retrocessione in Serie D sul campo, appena la stagione passata.
     

    DALLA RETROCESSIONE IN D ALLA PROMOZIONE IN B - Decisivi i playout persi contro l'Albinoleffe, che avevano sancito il ritorno del club tra i dilettanti, con la società che sembrava allo sbando e la squadra a un passo dal baratro: poi la lieta novella della riammissione in Serie C, grazie alla mancata iscrizione del Pordenone. un mercato estivo oculato e assennato con qualche colpo importante, una guida tecnica sapiente e un'organizzazione societaria all'altezza, ma soprattutto l'entusiasmo ritrovato da parte di una tifoseria da sempre innamorata dei Biancobandati, fondati nel lontano 1911. Grazie a un lavoro eccezionale della società, in poco più di venti giorni il Mantova ha ricostruito da zero, inserendo nuove figure a livello dirigenziale e ristrutturando la rosa per provare a essere competitivi da subito: si è intuita la volontà del club di cancellare il bruttissimo ricordo della retrocessione sfiorata e di ridare subito linfa a tutto l’ambiente.

    Il Mantova torna in Serie B dopo 14 anni: dall'incubo D all'impresa dell'ex vice De Zerbi, gli eroi e la cavalcata

    Il Mantova del 2006, che sfiorò la promozione in Serie A

    IL LEGAME COL VERONA E IL DS EX INTER - Gioco, risultati e successi, con una cavalcata imperiosa che ha portato a distanziare tutte le inseguitrici, soprattutto Padova, surclassato 5-0 nello scontro diretto, Vicenza e Triestina, le rivali più accreditate. Merito di un direttore sportivo come Christian Botturi, ex responsabile del settore giovanile dell'Inter ed ex osservatore dell'Atalanta, e del presidente Filippo Piccoli, CEO e fondatore del Gruppo Sinergy, nonché sponsor dell’Hellas Verona, società da sempre rivale del Mantova, che potrebbe perfino affrontare in una sorta di derby nella prossima stagione, qualora gli scaligeri dovessero retrocedere dalla Serie A. Tutto in famiglia, se si pensa che l'ex presidente dei virgiliani è proprio Maurizio Setti, l'attuale patron dell'Hellas.
    LA CAVALCATA TRIONFALE DI UNA DELLE PIU' BELLE D'ITALIA -  La risposta da parte dei tifosi? Stadio Martelli sempre pieno, come nell'ultimo match contro l’Atalanta Under 23: sold out in meno di un’ora. Un campionato da assoluta dominatrice: 79 punti in 34 partite, 24 vittorie, 67 gol fatti e 22 subiti, grazie al lavoro incredibile di Possanzini, che si è riscattato dopo la non felice esperienza al Brescia, culminata con l'esonero. Assieme al Catanzaro di Vincenzo Vivarini e all'Inter di Simone Inzaghi, in Serie B e in Serie A, il Mantova è una delle tre squadre più belle viste in Italia quest'anno.
     

    DA GALUPPINI A SUAGHER: GLI EROI - I condottieri, oltre al tecnico marchigiano, hanno i volti e le fattezze del bomber Davide Galuppini, 31enne che ha fatto faville a Renate ma che aveva mancato l'occasione in Serie B con la maglia del Sudtirol e che ha marchiato la promozione con le sue 13 reti, del centrocampista classe 2003 Antonio Fiori, cresciuto nella SPAL dopo lo svincolo dal Cesena, secondo miglior marcatore con 9 gol, del leone ex Vicenza Stefano Giacomelli, numero 10 bandiera del Lane che torna in B a 35 anni, del difensore goleador Fabrizio Brignani, arrivato dall'Olbia, dell'attaccante ghanese Davis Mensah, ex Triestina e Pordenone, e dei giovanissimi Nicolò Radaelli e Davide Bragantini, rispettivamente vivaio Inter e Verona. Ma anche dello sfortunato Emanuele Suagher, che in passato ha vissuto la Serie A da protagonista con le maglie di Atalanta e Carpi e che, a causa della rottura del crociato, ha deciso di ritirarsi a 35 anni nel corso della stagione, diventando assistente di Possanzini: la sua esperienza in campo e in panchina si è rivelata decisiva. B-entornato, Mantova!
     
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    @AleDigio89

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