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Il gol in nazionale, i legni con la Roma: la strana statistica di Abraham e il retroscena su quella telefonata di Mou
IL GOL CON L'INGHILTERRA - Lo sa anche Abraham, che intanto ieri ha segnato il suo secondo gol con la maglia dell'Inghilterra nella gara di qualificazione al Mondiale contro l'Andorra: cross di Sancho dalla sinistra, Tammy si muove a centro area per smarcarsi del difensore e tac, spaccata vincente da solo davanti al portiere. Ottanta minuti di ordinaria amministrazione per l'attaccante della Roma, che dentro l'area gestisce tutti i palloni che gli arrivano, pressa, corre ed è un punto di riferimento per i compagni prima di lasciare il posto a Watkins dell'Aston Villa. Niente male per la seconda gara assoluta da titolare in nazionale, quattro anni dopo la prima contro la Germania nel giorno del debutto. Quella volta aveva vicino Jamie Vardy, ieri era lui a guidare l'attacco dell'Inghilterra con Saka e Sancho sulle fasce. Segno che anche il ct Southgate - l'allenatore che l'ha fatto esordire - si fida delle qualità di Tammy e lo vuole responsabilizzare sempre di più.
L'ARRIVO A ROMA - Le difficoltà con Tuchel lo hanno aiutato a crescere, la scelta di lasciare l'Inghilterra l'ha fatta per mettersi alla prova. E ora ha le idee chiare: "Non mi fermerò finché non diventerò uno dei migliori attaccanti al mondo". La Roma ci punta forte, vuole farlo diventare uno dei punti fermi per il futuro. Mou l'ha convinto a trasferirsi nella capitale con una battuta ("vuoi goderti un po’ di sole o stare sotto la pioggia?"), la società mettendo sul piatto un contratto da 4,5 milioni di euro a stagione che cambia tutti gli equilibri dello spogliatoio. I tifosi sono già pazzi di lui, Abraham sorride e punta alla gara con la Juve. All'Allianz Stadium pali e traverse saranno lì al loro posto, ma i gol arriveranno. Parola di Josè Mourinho.
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