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    Il gol alla Juve e il no ai cinesi: Kalinic idolo di Firenze

    Il gol alla Juve e il no ai cinesi: Kalinic idolo di Firenze

    • ML
    Nikola Kalinic dice no ai milioni dei cinesi. In un calcio moderno in cui attaccamento alla maglia e sentimentalismi hanno lasciato il posto a opportunismo e opportunità, in cui le scelte economiche hanno (quasi) sempre la meglio su quelle di cuore, c’è chi ha voluto dare un segnale forte in controtendenza. L’attaccante della Fiorentina ha personalmente messo la parola fine alla trattativa che la società viola stava portando avanti con i cinesi del Tianjin Quanjian: «Resto alla Fiorentina – ha detto parlando al sito croato sportske.jutarnji – è una mia decisione», e poi ha aggiunto «c’è stata molta pressione in questi giorni sulla mia cessione, mi sono sentito come spinto verso la Cina. I giornalisti e il pubblico in generale, hanno creato un’atmosfera particolare, ma io non ho mai detto a nessuno di voler andare via e non ho mai parlato con i cinesi in maniera diretta. Quando ho appreso dell’offerta, un piccolo pensiero c’è stato, ma voglio restare a Firenze. Qui sto bene».

    Con queste parole, dunque, Nikola Kalinic chiude le porte alla squadra di Fabio Cannavaro e rinuncia al contratto milionario che gli era stato proposto (un contratto di quattro anni da 12 milioni di euro netti a stagione). E “obbliga” la Fiorentina a rinunciare anch’essa a 38 milioni di euro (questa l’ultima offerta del Tianjin Quanjian, nonostante la clausola sul contratto sia di 50 milioni) e, di conseguenza, ad una rilevante plusvalenza, la più importante della storia del club viola, considerando che l’attaccante croato, nell’agosto 2015, è arrivato in riva all’Arno dal Dnipro per un importo pari a 5 milioni di euro.

    Dopo il bel gol segnato alla Juventus domenica scorsa, dunque, Kalinic regala un’altra grande gioia ai tifosi della Fiorentina che, adesso, si sentono molto più tranquilli. Perché consapevoli di poter puntare ancora su un attaccante che, in un anno e mezzo, ha segnato 26 gol in 67 partite con la maglia viola addosso ma che, oltre a fare gol, ha dimostrato di essere una pedina fondamentale per la squadra di Sousa, oltre ad essere un ragazzo con la testa sulle spalle. E con la permanenza di Kalinic, anche la rincorsa all’Europa, seppur tardiva, non è più un miraggio. Anzi.

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