Roma, la società più colpita da Tosel
La quarta squalifica della Curva Sud rende la Roma la società più danneggiata dal giudice Tosel. I giallorossi hanno pagato il prezzo più alto, sia in termini economici (nella scorsa stagione oltre mezzo milione di euro di multe, di cui quasi la metà per i cori discriminatori, quest’anno siamo a 261mila euro) sia in termini di quantità: nessun altra squadra si è vista chiudere il settore fulcro del proprio tifo per quattro volte. A Trigoria c’è la sensazione che il giudice sportivo 75enne si sia accanito nei confronti del club capitolino, ma la Roma lo considera l’ultimo anello di una catena malata.Spesso Tosel decide perché c’è un meccanismo che lo obbliga a farlo.
Ma non è la prima volta che il suo operato supera i confini regolamentari: si è inventato la legge Destro quando ha applicato la moviola a posteriori, squalificando l’attaccante per una manata al volto di Astori a Cagliari sanzionata in campo dall’arbitro. Era la 13a giornata di ritorno della stagione scorsa e da allora la nuova e stravagante regola non è più stata utilizzata. Tosel ha fatto anche slittare da una competizione all’altra la squalifica di Sud e Nord giallorosse, perché dopo la partita con il Napoli la Coppa Italia era finita per la Roma e non se ne parlava di aspettare un anno per chiudere i due settori dell’Olimpico.
Scandaloso anche il verdetto arrivato per il coro "rossoneri carabinieri", trasformato in "rossoneri squadra di neri" dagli ispettori federali presenti a San Siro. Più recente il caso di Garcia, fermato per 2 turni per la testimonianza di uno steward in servizio a Marassi, che ha subito ritrattato, ma la Procura Federale si era affrettata ad inviare la relazione. Regole infrante anche con Holebas, sospeso dopo la visione di una foto (che non vale come prova) con supplemento alla relazione firmato dal vice procuratore federale Squiqquero, perché nel referto il suo dito medio rivolto ai tifosi della Samp non c’era. Entrambe le sentenze sono state smentite dalla Corte Federale.