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    Il gesto antico del portiere: lancio per l'attaccante e gol

    Il gesto antico del portiere: lancio per l'attaccante e gol

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il gesto di questa settimana è un gesto antico, uno di quei gesti che una volta era un piano, una possibilità, anzi di più: una tattica. Il gesto di cui parliamo è il rilancio lungo del portiere a servire l’attaccante, ci penserà poi lui a fare gol. L'abbiamo visto in Monza-Fiorentina. Rilancio con i piedi del portiere Di Gregorio, pallone che attraversa il campo con un arcobaleno lunghissimo e rimbalza in una terra di nessuno, con il difensore della Fiorentina Martinez Quarta che sembra in vantaggio e invece no. Perché Dany Mota, che prima lo affianca inseguendo il rimbalzo del pallone, e poi lo supera nello slancio della corsa, si dimostra più scaltro e allora basta davvero un tocco - uno soltanto - per superare Terracciano in uscita e firmare il gol del momentaneo 2-2. 

    Gol pesantissimo, tra l’altro. Perché è arrivato a pochi minuti dall’intervallo e perché ha dato compiutezza alla rimonta del Monza, che poi - lo sappiamo - vincerà la partita. In tempi in cui la costruzione dal basso - ma qualcuno con somma ironia l’ha ribattezzata distruzione dal basso - è il nuovo verbo dei giochisti (e per carità, nessuno qui mette in dubbio i vantaggi di tale strategia) ci ritroviamo invece ad applaudire questo antico gesto che facevano i portieri di una volta. L’idea era semplice. Tutti sanno che il percorso più breve che collega due punti è un segmento di linea retta. Lancio dritto per dritto, due soli tocchi - uno del portiere e l’altro dell’attaccante - ed eccola l’equazione che come risultato dà il gol. E’ la dimostrazione che ogni tanto la semplicità è anche il rifugio migliore per tutti, nel campo e nella vita. Senza star lì a fare tanta filosofia: certe volte - ognuno di noi lo sa con assoluta certezza - per andare da qua a là bisogna fare esattamente quello, andare da qua a là, e farlo per la via più breve, senza star lì a pensare di - come insegna la costruzione dal basso - ampliare il campo per creare successivamente spazi da attaccare. 

    Ok, tutto molto bello. Però - consentiteci il paragone - ci sembra che questo gesto antico - lancio del portiere/tiro del centravanti - si offra ad un’analisi che riporta ai film con Bud Spencer e Terence Hill. Ricordate? C’era il tizio che si presentava davanti a Bud Spencer, lo stuzzicava, lo innervosiva, sfoggiava tutto un variegato ventaglio di arti marziali, si muoveva con scatti rapidissimi e imprevedibili, però - dopo questo gran agitarsi - Bud Spencer sbuffava, scuoteva appena la testa e gli rifilava un pugno che lo mandava al tappeto. Ecco, lancio di Di Gregorio, tiro-gol di Dany Mota e anche basta, con tutta ‘sta agitazione. 
     

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