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    Il Consiglio di Stato dà ragione alla Juve per la carta Covisoc: respinto il ricorso della Figc

    Il Consiglio di Stato dà ragione alla Juve per la carta Covisoc: respinto il ricorso della Figc

    Il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Juve e dichiarato improcedibile il ricorso della Federcalcio contro la decisione del Tar del Lazio sulla carta Covisoc richiesta dai bianconeri per il caso plusvalenze.

    Si tratta del documento contenente i dialoghi fra gli inquirenti e appunto la Covisoc. Il presidente Gravina, dopo che il Tar aveva imposto di mettere tale documento a disposizione dei legali del club, di Cherubini e di Paratici, aveva presentato ricorso ma il Consiglio di Stato nella giornata odierna lo ha giudicato "improcedibile".

    Ripercorriamo la vicenda. La Carta Covisoc era stata prima negata e poi concessa dalla Procura della Figc ai legali di Fabio Paratici e Federico Cherubini. Questo documento, secondo la Juventus, può rappresentare un appiglio per invalidare il processo che portò, per le plusvalenze fittizie all'attuale -15 in classifica.

    Il Tar del Lazio, all'epoca, obbligò il procuratore Chiné a rendere pubblica quella "carta segreta" che, una volta rivelata, ha certificato come trattasse semplicemente di colloqui fra il presidente della Covisoc, il procuratore capo della Figc e in copia conoscenza, anche il presidente Figc Gabriele Gravina e in cui si chiedeva approfondimenti che non citavano la Juve. La Procura all'epoca, come atto dovuto, fece ricorso al Consiglio di Stato appellandosi non contro la decisione di condividere la carta, che infatti è stata resa pubblica senza attendere il giudizio di oggi, bensì proprio sull'iter intrapreso dai legali dei bianconeri che hanno scavallato la giustizia sportiva andando direttamente al Tar e quindi alla giustizia ordinaria.

    Pur non contenendo indizi o citazioni del club bianconero, la 'Carta Covisoc' potrebbe cambiare il modus operandi di ogni processo decisionale della giustizia sportiva, che, se ritenuta colpevole, potrebbe essere scavalcata quotidianamente dalla giustizia ordinaria nel caso in cui un soggetto decidesse di ricorrere direttamente al Tar regionale. In secondo luogo, e qui entra in gioco proprio il -15 e il caso Plusvalenze, perché potrebbe essere certificato nero su bianco che sono stati violati i princìpi del giusto processo, a prescindere dal contenuto della comunicazione.

    Come riporta la Gazzetta dello Sport, in attesa delle motivazioni della sentenza, le parti sembrano entrambe parzialmente soddisfatte. Per la Federazione il Consiglio di Stato non si sarebbe pronunciato anche perché il documento in questione è già stato consegnato e comunque sottolinea la mancata conferma della decisione del Tar che avrebbe messo a serio rischio l’autonomia della giustizia sportiva. Sul fronte bianconero la decisione viene vista come molto utile anche in vista dell’udienza del 19 aprile davanti al Collegio di garanzia del Coni, che deciderà appunto sui 15 punti di penalizzazione. I bianconeri potrebbero far valere il loro mancato diritto ad avere in mano tutti gli elementi per costruire la propria difesa.

     

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