L’ombra di un patto tra Juve e giustizia sportiva. Ma l’Europa è comunque compromessa
Tra un mese, almeno ufficialmente, rimodulazione della sentenza che significa nuova penalizzazione. Questa volta in un range che va dai sette ai dieci punti. Il procuratore federale Chiné ne aveva chiesti nove, quindi saremmo in linea con quel che la Corte voleva e vuole. Purtroppo, tra i giudici “domestici” , c’è sempre qualche Torquemada a piede libero in cerca del quarto d’ora di celebrità o della decisione clamorosa. Possibile anche che si tratti di uno più realista del re. Di certo, pur sapendo di chi si tratta, non avrà la soddisfazione di essere nominato. Un nessuno era, un nessuno resterà.
Cosa significa aver accolto in parte il ricorso della Juventus?
Prima di tutto avere ridimensionato una pena eccessiva, ma questo è secondario. Molto più significativo, dal punto di vista “politico”, essersi mandati, tra le due sponde, dei messaggi di non belligeranza. Se si vuole percorrere la via del patteggiamento nel secondo processo, quello degli stipendi, è importante che nessuno pretenda di gridare alla vittoria.
C’è poi la variabile tempo che, più o meno silentemente, potrebbe giocare a vantaggio della Juventus. E’ vero che, con procedura d’urgenza, la Corte Federale può riunirsi e sentenziare anche in quindici giorni. Tuttavia, anche il quel caso, bisognerà riservare uno spazio per la posizione delle difese e per gli eventuali ricorsi.
L’esito più clamoroso è che il 4 di giugno, ultima del campionato di serie A, si possa non avere una classifica definitiva, ma sub judice. Di sicuro quella ripristinata (Juve terza) dà l’idea di una graduatoria intaccata e quindi falsata. La Juve ha riavuto i punti fatti sul campo (59), ma quale afflittività dovrà essere applicata se non sappiamo quanti ne potrà ancopra fare nelle restanti gare di campionato?
Una cosa sembra certa e l’ho scritto nella Sveglia di oggi, 20 aprile: comunque vada, la Juve ne uscirà pesantemente danneggiata. Forse, tra rinvii, dilazioni, ricorsi e patteggiamenti eviterà la serie B (parlo della manovra stipendi il cui processo è ancora da fissare e i patteggiamenti, per essere della metà della pena, devono essere sanciti prima dei deferiti), ma un anno fuori dalle Coppe europee è sicuro. E, forse, anche questo fa parte di un grande gioco che tutti hanno deciso di accettare.