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Il calo dell'Inter coincide con quello di Calhanoglu: zero gol e solo un assist nel 2022. E in vista della volata scudetto...
Nove partite ancora da disputare e nulla di compromesso nella corsa per il titolo, ma tra i motivi che si nascondono dietro l'evidente calo dell'Inter di Simone Inzaghi nella seconda metà di stagione (sono 7 i punti in meno conquistati con le stesse squadre già affrontate nel girone d'andata, 13 contro 20) c'è anche il rendimento altalenante di Hakan Calhanoglu. L'uomo chiamato a sostituire un perno della squadra campione d'Italia guidata da Antonio Conte come Christian Eriksen e che, dopo due mesi su alti livelli da ottobre a dicembre, ha intrapreso dall'inizio del 2022 una parabola involutiva piuttosto evidente. Testimoniata dai numeri.
IL CROLLO -Dalla nona giornata alla conclusione del girone d'andata, ossia dalla sfida con la Juventus del 24 ottobre scorso al match contro il Torino del 22 dicembre, il centrocampista turco ha vissuto quella che ad oggi è la fase più convincente della sua prima annata in nerazzurro, con un bottino di 5 gol e altrettanti assist. A questo punto del campionato ha già eguagliato a livello realizzato le cifre della sua stagione d'esordio in Italia e al Milan (2017/2018), al termine della quale toccò quota 6 centri. Ma con l'avvento dell'anno nuovo e una Serie A che per l'Inter non è ripartita il 6 gennaio, a causa del famoso rinvio della gara di Bologna, le statistiche del '20' di Simone Inzaghi hanno subito una svolta, decisamente in negativo: se escludiamo qualche sprazzo isolato, come la prova offerta contro il Liverpool nell'andata degli ottavi di Champions, il ragazzo ha smesso di determinare le partite, collezionando appena un assist - nella sconfitta subita nel derby col Milan - dal turno numero 22 (aveva saltato quello precedente per squalifica) all'impegno di domenica scorsa contro il Torino.
L'ALTALENA - Non il miglior viatico possibile in vista della volatona finale nella quale l'Inter si trova costretta ad inseguire sia il Milan che il Napoli e con una Juve fattasi nuovamente minacciosa alle spalle, a maggior ragione in considerazione del fatto che il prossimo 2 aprile si disputerà lo scontro diretto allo Stadium. Eppure, dando un'occhiata a come Calhanoglu ha concluso tutte le sue annate italiane, qualche motivo per guardare al futuro prossimo con ottimismo esiste: per esempio, sia nella stagione 2017/2018 che nella 2019/2020 (quella fortemente condizionata dall'esplosione della pandemia), il turco di Mannheim ha arricchito il suo personale score rispettivamente con 4 reti e 5 assist e 5 gol e 9 passaggi decisivi nelle 10 giornate dei due campionati presi in esame. Campionati nei il Milan non competeva per obiettivi di alto profilo, mentre l'anno passato e il 2018/2019, quelli che hanno visto i rossoneri giocarsi fino all'ultimo l'accesso alla Champions League, Calhanoglu non è andato oltre i 2 gol nel rush conclusivo. Il ritratto, in sintesi, della mancanza di regolarità che ha da sempre rappresentato il tallone d'Achille dell'ex di Amburgo e Bayer Leverkusen. Chiamato ora a lasciarsi definitivamente alle spalle il passato e svoltare bruscamente per rimettere in carreggiata l'Inter nella volata per lo scudetto.
IL CROLLO -Dalla nona giornata alla conclusione del girone d'andata, ossia dalla sfida con la Juventus del 24 ottobre scorso al match contro il Torino del 22 dicembre, il centrocampista turco ha vissuto quella che ad oggi è la fase più convincente della sua prima annata in nerazzurro, con un bottino di 5 gol e altrettanti assist. A questo punto del campionato ha già eguagliato a livello realizzato le cifre della sua stagione d'esordio in Italia e al Milan (2017/2018), al termine della quale toccò quota 6 centri. Ma con l'avvento dell'anno nuovo e una Serie A che per l'Inter non è ripartita il 6 gennaio, a causa del famoso rinvio della gara di Bologna, le statistiche del '20' di Simone Inzaghi hanno subito una svolta, decisamente in negativo: se escludiamo qualche sprazzo isolato, come la prova offerta contro il Liverpool nell'andata degli ottavi di Champions, il ragazzo ha smesso di determinare le partite, collezionando appena un assist - nella sconfitta subita nel derby col Milan - dal turno numero 22 (aveva saltato quello precedente per squalifica) all'impegno di domenica scorsa contro il Torino.
L'ALTALENA - Non il miglior viatico possibile in vista della volatona finale nella quale l'Inter si trova costretta ad inseguire sia il Milan che il Napoli e con una Juve fattasi nuovamente minacciosa alle spalle, a maggior ragione in considerazione del fatto che il prossimo 2 aprile si disputerà lo scontro diretto allo Stadium. Eppure, dando un'occhiata a come Calhanoglu ha concluso tutte le sue annate italiane, qualche motivo per guardare al futuro prossimo con ottimismo esiste: per esempio, sia nella stagione 2017/2018 che nella 2019/2020 (quella fortemente condizionata dall'esplosione della pandemia), il turco di Mannheim ha arricchito il suo personale score rispettivamente con 4 reti e 5 assist e 5 gol e 9 passaggi decisivi nelle 10 giornate dei due campionati presi in esame. Campionati nei il Milan non competeva per obiettivi di alto profilo, mentre l'anno passato e il 2018/2019, quelli che hanno visto i rossoneri giocarsi fino all'ultimo l'accesso alla Champions League, Calhanoglu non è andato oltre i 2 gol nel rush conclusivo. Il ritratto, in sintesi, della mancanza di regolarità che ha da sempre rappresentato il tallone d'Achille dell'ex di Amburgo e Bayer Leverkusen. Chiamato ora a lasciarsi definitivamente alle spalle il passato e svoltare bruscamente per rimettere in carreggiata l'Inter nella volata per lo scudetto.