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    Il calcio non è un mondo a parte, le imposte si pagano. E il 3% di sanzione è già un aiuto

    Il calcio non è un mondo a parte, le imposte si pagano. E il 3% di sanzione è già un aiuto

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Di cosa stanno parlando Galliani e gli altri presidenti quando dicono che il governo, quello in carica, ma anche i precedenti, ha aiutato tutti e non il calcio? Ricapitolando, il 22 dicembre scade il termine per pagare le imposte, principalmente l’Irpef, quella che pagano tutti, sospese nelle stagioni del covid. Vale per tutti, per le società di calcio e per le aziende che hanno beneficiato del non pagamento nei mesi più difficili della pandemia, quelli senza lavoro e perciò senza incassi.

    Per quanto riguarda il mondo del calcio, si ipotizza una cifra fra 500 e 700 milioni non pagati. Il debito verso lo Stato, perché tale è, riguarda principalmente la Serie A, ma del congelamento hanno usufruito tutti, i club di B e quelli di C compresi. Il debito andrebbe saldato il 22 dicembre e invece in queste ore il parlamento voterà la rateizzazione, 60 rate mensili, 5 anni, le prime 3 da versare - pare - proprio il 22 dicembre. Sono soldi non pagati anche nel 2020. Già pagare 3 anni dopo e in 60 rate non è forse un aiuto?

    Secondo i presidenti non lo è, perché il governo ha bocciato un emendamento del senatore Lotito che voleva il calcio fuori dall’accordo quadro che lo Stato siglerà con tutti quelli che accetteranno la rateizzazione, ovvero pagare il 3% di sanzione. Per capirci: per l’Inter, che ha un debito con la Stato di 50 milioni, si tratta di pagarne 51,5 in 5 anni. Ci ripetiamo: di cosa stiamo parlando? Il debito è stato in qualche modo un prestito, visto che non pagando lo Stato, con quei soldi nel frattempo si è pagato altro. E quanto “costa” farsi prestare i soldi? Lo sa bene proprio Suning, che versa ad Oaktree il 12% per i 275 milioni avuti in prestito e per i quali rischia addirittura di perdere l’Inter.

    Al calcio piace dire di essere un’azienda che versa un miliardo di imposte l’anno, ma qui il punto è proprio questo: stavolta le tasse non sono state versate, quindi questa cosa ora non si può dire. Ogni contribuente dovrebbe vedere in quel 3% da pagare come mora un ulteriore aiuto, ché siamo alla dilazione (in 60 rate) della dilazione. Soldi dovuti nel 2020, che si finiscono di pagare nel 2027. Oppure volevano direttamente un premio?

    Non è questa la sede per ricordare quanto male sia finanziariamente gestita la gran parte dei club di Serie A, con bilanci in rosso e costi alle stelle che gridano vendetta, non è questo il punto, non è col populismo facile che si impongono i principi. Ma se ci sono club che da inizio anno non hanno pagato o accantonato un euro per le imposte, forse la colpa non è dei governi ma di chi governa il calcio. 

    @GianniVisnadi

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